“La giuria ha valutato la carriera di Frei Otto come un modello per generazioni di architetti, la cui influenza continuerà a farsi sentire. La notizia della sua morte è molto triste, senza precedenti nella storia del premio. Siamo grati che la giuria gli abbia assegnato il premio mentre era in vita.
Fortunatamente, dopo la decisione della giuria, i rappresentanti del premio si sono recati a casa di Otto e sono stati in grado di condividere la notizia con lui. Alla cerimonia di premiazione a Miami il 15 maggio si celebrerà la sua vita e e il suo lavoro senza tempo.” ha detto Pritzker.
Frei Otto ha sviluppato un approccio olistico e collaborativo all’architettura, lavorando con ambientalisti, biologi, ingegneri, filosofi, storici, naturalisti, artisti e altri architetti. Insegnante e autore, Otto ha aperto la strada all’uso di strutture leggere moderne simili a tende per molti scopi.
Era attratto da queste strutture per i loro aspetti economici ed ecologici. Credeva nel fare un uso efficiente e responsabile dei materiali, e che l’architettura dovesse avere un impatto minimo sull’ambiente. Frei Otto era un utopista che non ha mai smesso di credere che l’architettura può creare un mondo migliore per tutti.
In contrasto con l’architettura pesante fatta di colonne, pietra e muratura amata dai nazionalsocialisti della Germania in cui è cresciuto, il lavoro di Otto era leggero, aperto alla natura e alla luce naturale, non gerarchica, democratica, a basso costo, energeticamente efficiente, e talvolta progettata per essere temporanea.
Tra le sue opere più conosciute la copertura per i principali impianti sportivi del Parco Olimpico di Monaco di Baviera per le Olimpiadi Estive del 1972 (con Behnisch + Partner e altri), per il padiglione tedesco del 1967 all’Esposizione Universale Internazionale (Expo 67), il Padiglione del Giappone a Expo 2000 di Hannover, in Germania (con Shigeru Ban), una serie di strutture a tenda per le Esposizioni federali tedesche nel 1950 e le realizzazioni in Medio Oriente.