Il progetto è stata un’opportunità per riflettere sul landmark non come espressione di se stesso ma come segno di antropizzazione. Una piccola architettura in legno collocata su un ripido declivio collinare arso dal sole. Lo spazio, delimitato da una parete rocciosa e un folto gruppo di fichi d’india, guarda verso le colline di Giano Vetusto che in estate si colorano di calde tonalità “d’oro e caffè”. Alcune incisioni di nomi e date sulle foglie delle piante grasse testimoniano l’utilizzo che le giovani coppie del paese fanno del luogo, che in esso hanno ricercato un’occasione di sosta e romanticismo.
Un belvedere per contemplare il paesaggio collinare circostante nelle calde ore pomeridiane; allineata perfettamente sull’asse eliometrico c’è una fenditura di 20 cm sulla linea di colmo da cui discende “sopra il contiguo lato obliquo un raggio…” (G. Leopardi, Zibaldone di pensieri)
La cappella è una “stanza incielata” costruita in prossimità della grotta di San Michele; è uno spazio con connotazioni fortemente simboliche, un luogo legato alla religiosità, in simbiosi biologica con le pareti rocciose della grotta, con l’antica cappella di San Michele, con la luminosità obliqua e potente del percorso e con il silenzio imperante talvolta spezzato dal gocciolio delle stalattiti.
Il lavoro pone l’accento sulle questioni concernenti l’abitare il paesaggio e sul dialogo tra nuovo, antico e ancestrale. Il confronto si esprime attraverso una dialettica bidimensionale secondo cui le gerarchie non sono assegnate rispetto al tempo – alla patina – ma rispetto alla posizione delle cose nello spazio.
Update#04
Ente promotore: Comune di Camigliano
Progetto, organizzazione e coordinamento del workshop: sa.und.sa architetti
Partecipanti al workshop: Giovanna Muzzi (tutor), Riccardo Tognin (tutor), Giuseppe Beatrice, Chiara Borghi, Giovanni Bouvet, Fabio Cappello, Antonia Capuano, Giusy Carfora, Alessio Coco, Alessia Elefante, Sara Iaccarino, Isabella Laura La Rocca, Francesca Paola Milione, Mariarosaria Perna, Ciro Priore, Elena Vingione, Giada Caterina Zerboni