Il funzionamento è basato sulla “pressione del vapore” che con la sua forza costringe l’acqua bollente a risalire dalla caldaia al filtro del macinato e con una pressione prossima a un’atmosfera, versa direttamente il caffè in tazza. Ha un portafiltro distanziato dal corpo della macchina per evitare il riscaldamento della polvere di caffè durante la preparazione ed è dotato di un poggia‐tazza che ne permette l’appoggio direttamente sul fornello.
Il merito di questa singolare scoperta va ad Enrico Maltoni, collezionista e estimatore di macchine per caffè. Impegnato nelle ricerche per la realizzazione del suo primo libro Espresso made in Italy 1901–1962, dedicato alle macchine per caffè espresso da bar, Maltoni, nel 2000 ha avuto modo di incontrare e intervistare Achille Castiglioni, riguardo la collaborazione progettuale per il modello di serie Pitagora.
Durante questo incontro il designer, oltre a condividere ricordi e aneddoti legati alla sua esperienza con Cimbali, rivelò il progetto di una macchina per caffè ad uso domestico, pensato per la casa costruttrice, mostrando i disegni del prototipo. Dopo oltre dodici anni Maltoni, lavorando al museo per il Gruppo Cimbali, si è imbattuto in questa caffettiera per caso, sullo scaffale di un archivio, tra altri esemplari di macchine del 900 e con grande stupore l'ha riconosciuta immediatamente.
Da quel momento si è attivato per ricostruirne la storia e una volta ottenuta conferma dalla Fondazione Achille Castiglioni, Enrico Maltoni ha dato al prototipo la sua meritata collocazione: una teca protettiva e una posizione di eccezione al Mumac, museo della macchina per caffè. Il Mumac, museo inaugurato in ottobre 2012 per la celebrare il centenario dell’azienda Cimbali, ospita oltre 200 esemplari di macchine per caffè espresso delle migliori marche italiane ed è una delle collezioni più complete al mondo.