Il progetto è stato il risultato dell'intensa ricerca condotta da Rai Studio sul tema della "sostenibilità sociale". Questa indagine ha cercato di identificare le abitudini e le credenze di questo gruppo di rifugiati, dalle tecniche e dai tempi di costruzione fino all'importanza e al significato di concetti come quello di "privacy".
Dopo l'osservazione e la ricerca, si è poi materializzata la struttura, realizzata con tecniche costruttive e materiali tradizionali, adattati alle funzioni dei rifugi già esistenti e le loro qualità spaziali.
La costruzione di fango tenta di affrontare una serie di questioni, aggiornando il formato tradizionale per riflettere e migliorare la resistenza all'erosione, la durevolezza e la resilienza, la ventilazione, l'illuminazione e l'isolamento. Il volume intende inoltre includere un interno, un cortile privato dove possono aver luogo le attività degli abitanti. È stato inoltre previsto uno spazio per gli animali domestici all'interno di una serie di spazi adiacenti.
"Costruire con la terra permette di estendere o modificare l'edificio facilmente", affermano Pouya Khazaeli Parsa e Mehrnoush Khalooghi di Rai Studio. "Siamo stati felici di incontrare le credenze dei rifugiati afgani, lavorando a stretto contatto con loro, e stabilendo che una costruzione di fango avrebbe soddisfatto del tutto le loro esigenze". "L'edificio inoltre si adatta naturalmente alla vita e al ciclo della morte", concludono gli architetti.
Area del sito: 10 x 10 m
Area d'intervento: 30 mq
Materiali: Mattoni di fango (fatti a mano, essiccati al sole)
Numero di mattoni: 6.000 (25 x 25 x 10 cm)
Completamento: ottobre 2012
Cliente: Norwegian Refugee Council
Norwegian Refugee Council Support: Roberto Vila-Sexto, Arjang Abdolahi, Shiva Zendedel
Architecture for Humanity Support: Kate Stoher, Frederika Zipp
Capo progetto: Pouya Khazaeli Parsa, Mehrnoosh Khalooghi
Design Team: Bahar Amirinanlou, Nasim Vakili, Mohammad Abdolrezazadeh, Sanaz Jafari
Collaboratore: Elyas Bagheri