Insieme con gli studenti della Marmara University, Ottomanelli ha lavorato cinque notti per costruire una cabina mobile attrezzata con proiettore, videocamera, luce esterna e tavoletta grafica, ispirata agli onnipresenti carretti dei venditori ambulanti turchi, che propongono cibo, bevande o oggetti di vario tipo per le strade della città.
Con un'installazione temporanea della durata di una notte e intitolata Firefly City, l'unità mobile è stata posizionata in una delle vie più frequentate della città, Istiklal, e i passanti sono stati invitati a intervenire per condividere ciascuno le proprie storie sulle particolarità culturali e urbane di Istanbul. Queste storie sono state abbozzate all'interno della struttura mobile e proiettate in tempo reale su pezzi di città, in un lavoro che Ottomanelli stesso descrive come la "composizione di visioni urbane, nuovi scenari, mappatura di elementi urbani critici e il racconto delle storie di una cultura migrante, multietnica sempre crescente".
La ricerca Mapping Identity di Antonio Ottomanelli ha l'obiettivo di tracciare una biografia collettiva, e intima allo stesso tempo, in particolari contesti, come Bagdad e San Paolo. A Istanbul, il fotografo italiano ha esaminato e registrato una serie di episodi di vita quotidiana descritti dai partecipanti al workshop, che hanno tracciato le loro storie su una mappa della città, portando fotografie a sostegno del loro racconto. Le storie registrate combinano la mappatura mentale della città, accanto al ricordo dei fatti della quotidianità, incentrati sulla percezione dello spazio. Un altro dei risultati del workshop è stata l'installazione Panoramio Analogic.
Progetto: Antonio Ottomanelli and Paola Villani
Gruppo di lavoro: Claudia Mainardi, Giacomo Ardesio, Clelia Vegetti, Hannes Goetz, Marlon Zigante, Nina Savic, Meron Celentano
In collaborazione con: IRA-C interaction research and architecture in crisis context; Marmara University, Interior Design Faculty