Il fine è duplice: da un lato riportare l'attenzione, ormai sopita, sulla situazione del paese ancora irrisolta; dall'altro contribuire concretamente all'economia locale dando un impulso produttivo, capace di innescare processi di sviluppo ad Haiti e nella vicina Repubblica Dominicana, coniugando design e artigianalità locale. I designer sono stati scelti per i diversi approcci estetici, funzionali e personali che potevano apportare al progetto: alcuni hanno un stile più ludico altri più rigoroso, alcuni sono italiani altri di diverse nazionalità, alcuni hanno figli altri no, alcuni sono più giovani altri meno, alcuni lavorano in coppia altri da soli; ma tutti hanno aderito al progetto e dato vita a una riflessione non facile che potesse portare a un prodotto, il banco da scuola, realizzabile nel più semplice dei modi e utilizzabile nei modi più diversi in modo da poter servire un pubblico di bambini dai 3 agli 8 anni.
Il progetto propone un metodo costruttivo semplice ed intuitivo. La soluzione raggiunta, legata alla tradizione dell'autoproduzione, presenta una coppia di arredi minimi. Il banco e la sedia, sono stati pensati esclusivamente in legno. Gli arredi possono essere costruiti semplicemente con una sega, un trapano, pochi bulloni e della vernice colorata.
Claudio Larcher: Paco y Paco
il banco da scuola come elemento semplice e flessibile, da montare e smontare a seconda delle esigenze. Nelle "escuelitas" delle baraccopoli della Repubblica Dominicana è importante avere uno spazio per diverse funzioni durante la giornata. Il banco e lo sgabello sono smontabili in modo veloce e semplice e si chiudono con un solo gesto, come uno zaino.
In tre parole: semplice, flessibile, giocoso. I banchi e le panchine sono in legno e non richiedono particolari lavorazioni tecniche. Le composizioni sono libere e praticamente infinite, i bambini stessi possono divertirsi nel creare gli assemblaggi. Le sedute sono regolabili in altezza e anche la distanza tra banco e panchina e modificabile a piacimento.
Questo banco è stato pensato per essere facilmente costruito dalle falegnamerie locali: pochi pezzi di legno, qualche incastro e il gioco è fatto. La particolare forma e la solidità permettono di impilare i banchi facilmente e di creare moltissime combinazioni di disposizione. Pensato per le escuelitas dominicane, ma adatto a tutti i bambini…perché i bambini sono tutti uguali!
Un insieme banco/sgabello in versioni monoposto e biposto. Oltre ad essere spostabile ed accatastabile, l'oggetto è costituito da un poggiapiedi e da un piano di lavoro entrambi inclinati per il conforto del bambino. Lo sgabello, di forma contrastante ma complementare a quella del banco, suggerisce gioco e dinamicità. «Bo&Hio» deriva del nome di una popolazione indigena di Haiti.
una proposta incentrata sull'uso, il contesto economico e la disponibilità dei materiali, che ha portato alla progettazione di un tavolo smontabile dalla struttura in legno non trattato e il piano in laminato. L'aula scolastica viene immaginata con tavoli dai diversi colori, che quando non sono in uso, vengono appesi al muro (che possono fungere addirittura come isolamento dall'esterno nei momenti di riposo e relax)
non solo una risposta alla funzionalità, ma anche una possibilità di abbellimento dell'aula, che mira a dare flessibilità al momento di interazione, pensando all'aula come spazio di "integrazione sociale", oltre al momento di studio. I tavolini in legno grezzo possono essere personalizzate a proprio piacimento dai bambini, la struttura è leggera e impilabile.
Giulio Iacchetti: abc
Il progetto integra nella struttura del banco la seduta a panchetta. Una particolarità: il banco cresce con il bambino! Sia il piano d'appoggio che la seduta possono essere posizionati ad altezze differenti, coprendo così le diverse fasce d'età sino ai 14 anni. Innoltre, il banco è pieghevole, così da poter essere rapidamente riposto e spostato.
Donata Paruccini: Body Part
Si tratta di un banco realizzato completamente in legno, assemblato solo da spine di legno e colla. È molto leggero, ma ha una forma che lo rende comunque resistente. E' impilabile. Da immaginare verniciato con colori chiari e intensi tipici del Paese che li ospiterà.
Un'interessante rivalutazione del "sottobanco", da usare non solo per i libri, ma anche per il cibo o i giocattoli. Da qui l'idea di usare tecniche costruttive non esclusive della falegnameria, valorizzando le abilità delle comunità locali per realizzare il complemento del sottobanco, simili alle reti da pesca.
Hispaniola. Design per solidarietà
Plusdesign
Via Ventura, 6 Milano
Photo Kaisha.BD