Per la mostra in Statale di quest’anno, Human Spaces ha chiamato architetti e designer ad interpretare il concetto di “spazio umano”, soprattutto in termini di mobilità urbana, economia circolare, sostenibilità ambientale e salvaguardia del pianeta. Come suggerito da Oscar Niemeyer, secondo cui “la vita è più importante dell’architettura”, la mostra ha proposto architetture “piegate” ai bisogni dell’uomo, carnefice e vittima, soggetto e oggetto dello spazio che abita, minacciato dalla sua stessa presenza.
L’installazione più acclamata – e fotografata – è stata senza dubbio “Help the Planet, Help the Humans” di Maria Cristina Finucci nel Cortile d’Onore, due tonnellate di tappi di plastica a comporre la parola “help” quale monito contro il dilagante inquinamento degli oceani. Subito a seguire “Human Proportions” di Massimo Iosa Ghini, realizzato in collaborazione con Knauf Italia, Corradi e Manni Group, un padiglione trapezoidale realizzato secondo i criteri della prospettiva accelerata: in fondo, accanto ad un fantoccio, chi si sporge dalla finestrella risulta allo spettatore incredibilmente più grande.
Il meglio di Human Spaces, la mostra in Statale durante il Fuorisalone
Durante la Milano Design Week 2019, negli ambienti dell’Università degli Studi di Milano, la mostra Human Spaces ha parlato, ancora una volta, di architettura sostenibile e temi ambientali.
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- Marta Milasi
- 16 aprile 2019
- Milano
- Installazione
- 2019
Di Parisotto + Formenton Architetti è invece “Passaggio in blu”, un tunnel azzurro a doppia uscita che riproduce, nello stridio dei gabbiani, nel profumo della salsedine e nello sciabordio delle onde, la sensazione di essere al mare. Accanto poi all’installazione multisensoriale di Ico Migliore e M+S lab con Whirlpool che ha ponderato sul “tempo perfetto”. Sempre nel Cortile d’Onore Raffaello Galiotto ha presentato “Regeneration”, una parete modulare composta da grandi anelli quadrati sovrapposti in torsione per creare un involucro in plastica riciclata perfetto per arredare gli esterni.
Dagli archi del loggiato superiore sono sbucati poi due veri tronchi di abete rosso sradicati da un’alluvione nella Foresta di Paneveggio in Val di Fiemme, famosa da secoli per fornire il legno impiegato per i violini Stradivari. A sostenerli, un monumentale cavalletto in legno progettato da PIUARCH e Nemo Monti. Il Cortile del ‘700 è solcato, invece, dallo scheletro in legno dello yacht Sanlorenzo SX112 che ha rievocato l’opera dei maestri d’ascia ed è stato realizzato da Lissoni Associati.
Più defilata l’installazione, esempio di perfetta integrazione tra antico e moderno, del duo brasiliano Estudio Campana: sette torri alte cinque metri e rivestite d’erba innalzate al centro del chiostro, riproducendo, a rovescio, i volumi del colonnato. Intervento simile quello di Dorota Koziara, Mariusz Miekos e Karim Rashid per l’azienda polacca Krosno Glass, “Sacred Geometry”, dove le colonne sono state ricoperte da coni riflettenti.
- Human Spaces
- Interni
- Fuorisalone 2019
- Università degli Studi di Milano
- via Festa del Perdono, 3
- 8-19 aprile 2019
- dalle 10 alle 22