Aperto meno di un anno fa, il profilo Instagram @postisinceri sta provando a mappare una Milano nascosta in piena luce: quella – come recita la descrizione del feed – di “bocciofile, trattorie e circolini”. È la fotografia d’insieme di una città contesa tra innovazione e persistenza, dove mode revisioniste calate dall’alto e politiche protezioniste in moto dal basso condividono lo stesso tessuto sociale e urbano. Abbiamo raggiunto per una chiacchierata via direct i due ideatori del progetto, che preferiscono rimanere anonimi.
Qual è il vostro background?
Siamo entrambi trentenni e viviamo a Milano. Proveniamo da due ambiti lavorativi totalmente diversi, ma ciò che facciamo nella vita non ha alcuna attinenza con il profilo Instagram che gestiamo assieme. Frequentiamo abitualmente bar, ristoranti e locali come i nostri coetanei, ma dall’anno scorso abbiamo deciso di sperimentare un’alternativa.
Perché @postisinceri?
Postisinceri nasce per condividere dei luoghi di Milano che in parte conoscevamo e in parte stiamo scoprendo, alternativi al paradigma che pare imperante nei luoghi di aggregazione a Milano: l’apparenza a discapito della sostanza. Proprio per questo abbiamo scelto di definirli ‘sinceri’ nell’accezione più profonda del termine, ovvero genuini, puri, schietti; per indicare, insomma, quei posti che scelgono di essere invece che sembrare.
Quali sono i parametri che seguite nelle vostre scelte? C’è una conditio sine qua non per essere pubblicati?
Costo basso o comunque ragionevole, gestione storica, niente ristrutturazioni invadenti, frequentazione di un certo tipo. E poi il nostro insindacabile gusto personale. Ma è più che altro una sensazione immediata, non c'è studio. Diciamo che cerchiamo l'umanità in primis, in ogni sua sfaccettatura: dal barista che ti sorride e si capisce che ha voglia di servirti alla cuoca che ti prende in simpatia e ti racconta la sua storia; dal vecchietto che ti invita a giocare a carte perché manca il quarto, al frequentatore della bocciofila che vuole insegnarti a giocare.
Esiste un design sincero?
Sì, ma non è sufficiente per rendere un bar o un ristorante un posto sincero. Non basta il design retrò, il perlinato alle pareti, il bancone in radica, il listino prezzi con le lettere componibili o i neon a luce fredda: l’estetica del posto sincero riguarda anche e soprattutto chi lo frequenta e chi ci lavora. A Milano, poi, siamo ormai assuefatti a un certo tipo di design povero inserito artificialmente in un contesto ricercato: in un posto sincero, invece, non troverete mai un intonaco scrostato apposta, e se ci sarà un tavolo in laminato degli anni Settanta è molto probabile che non si sia mosso da lì dagli anni Settanta.
Quand’è che essere conservatori diventa una necessità etica?
Quando il costo del progresso corrisponde alla perdita di identità e, dal nostro punto di vista, di credibilità. Perciò, per mantenere il proprio valore non esiste altra scelta se non quella di rifiutare di standardizzarsi e di svendersi per assecondare una domanda di mercato superficiale. D'altra parte, non vogliamo che si considerino questi luoghi alla stregua di reperti museali. Al contrario: quelli davvero sinceri sono posti ancora molto vitali, in cui semmai integrarsi con chi li vive da sempre”.
Milano è da sempre promotrice di cambiamento, ma a volte le novità sono pericolosamente superficiali, mentre le politiche sociali sembrano stagnanti: in che modo il vostro profilo Instagram può contribuire a invertire la tendenza?
Vogliamo proporre un'alternativa sconosciuta alla maggior parte dei nostri coetanei. Questa operazione non è, però, priva di rischi: da una parte vogliamo dimostrare e comunicare l’affetto e il piacere che proviamo nel frequentare questi posti, cercando di contrastarne la chiusura; dall’altra, rischiamo al contrario di inquinarli e snaturarli. È un continuo e difficile compromesso tra salvarli e salvaguardarli.
Come vi immaginate il vostro profilo nel tempo? Archivio, vedemecum, network?
Abbiamo cercato fin dall’inizio di impostare il profilo come qualcosa di diverso da quello generalmente proposto quando si parla di ristorazione e locali. Non vogliamo recensire i posti sinceri, dirvi quanto si paga, che cosa si mangia. I posti sinceri non sono catalogati o indicizzati ma solo segnalati, e questo resterà l’unico intento del progetto: vorremmo che la gente provasse i posti che proponiamo per avere coscienza del fatto che Milano non è soltanto una città fatta di eventi di consumo, di Fuorisalone o fashion week, di catene che aprono e chiudono, ma che ha anche una propria identità che rischia di perdersi.