La storia del Fuorisalone, spin-off urbano del Salone del Mobile, è quella di una continua espansione nel tempo e nello spazio. Nel tempo, perché la Design Week è sempre più lunga, ormai quasi raddoppiata, tanto che recentemente ci si inquieta dei fenomeni di cannibalismo verso il Miart, che la precede di poco nel calendario fittissimo degli eventi della primavera milanese.
E nello spazio, perché alle location più canoniche e prevedibili – gli showroom dei marchi coinvolti, le sale delle istituzioni legate all’architettura e al design – si sono aggiunte progressivamente location più varie ed inedite.
Il Fuorisalone è oggi più che mai diffuso, pervasivo, onnipresente. Soprattutto, il Fuorisalone è sempre di più un’occasione unica per scoprire spazi solitamente inaccessibili, per esplorare interni, urbani o domestici, che “esistono” per il pubblico solo pochi giorni all’anno.
Domus ne ha selezionati dieci, tra i più spettacolari e segreti, da non perdere durante il Fuorisalone 2023. Sfoglia la guida, tra palazzi di grandi famiglie, torri presto demolite e archeologia industriale.
Luoghi inaccessibili di Milano che aprono per il Fuorisalone 2023
Per la prima volta in trent’anni Armani apre le porte di Palazzo Orsini: ma non è l’unica location incredibile e solitamente inaccessibile che puoi visitare durante questa design week.
Via Cino dal Duca, 8
Courtesy NEUTRA - Foto Ruy Teixeira
Via Cino dal Duca, 8
Courtesy NEUTRA - Foto Ruy Teixeira
Via Borgonuovo, 11
Courtesy Armani
Via Borgonuovo, 11
Courtesy Armani
Corso Monforte, 35
Courtesy Loewe
Corso Monforte, 35
Courtesy Loewe
Via Clerici, 10
Foto Francesco Secchi
Via Clerici, 10
Foto Francesco Secchi
Via Sammartini, 38-60
Foto Daniele Ratti
Via Sammartini, 38-60
Foto Daniele Ratti
Viale Molise, 62
Foto Daniele Ratti
Viale Molise, 62
Foto Daniele Ratti
Via Biella, 6
Foto Francesco Secchi
Via Biella, 6
Foto Francesco Secchi
Via Giuseppe Arimondi, 15
Foto Daniele Ratti
Via Giuseppe Arimondi, 15
Foto Daniele Ratti
Via Noale, 1
Foto Marco De Santi - Courtesy Rota&Jorfida
Via Noale, 1
Foto Marco De Santi - Courtesy Rota&Jorfida
Largo Treves, 1
Foto Francesco Secchi
Largo Treves, 1
Foto Francesco Secchi
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- Alessandro Benetti
- 18 aprile 2023
È uno dei più grandiosi palazzi rococò del centro di Milano, ma anche uno dei più nascosti, schermato dagli imponenti isolati anni ’30 del lato est di piazza San Babila. È famoso per i suoi due cortili: monumentale e circondato di colonne binate il primo, arricchito da una piccola grotta artificiale il secondo. Ospita tre le altre cose una delle tre installazioni di MoscaPartners, oltre a “Vibrations. The Voice of Matter”, curata da Migliore+Servetto per Neutra. L’esposizione associa la monumentalità delle sale del palazzo con la preziosità delle pietre e dei marmi dei prodotti Neutra. Tra gli oggetti esposti spiccano i progetti di Mario Bellini Architects e di Studiopiva
Palazzo Orsini, fabbrica di origine seicentesca, dimora della famiglia omonima e poi storica sede di Armani, apre per la prima volta al pubblico in occasione del Fuorisalone 2023, per la presentazione della nuova collezione di Armani Casa. Come in altri grandi palazzi del centro, l’esposizione si estende nella corte d’onore e in alcuni, selezionati ambienti interni monumentali. Un tassello importante si aggiunge così all’insieme di architetture private di pregio del centro cittadino che si attivano grazie agli eventi della design week.
Palazzo Isimbardi, di origine cinquecentesca ma ampiamente ristrutturato e ampliato – un’ultima volta da Giovanni Muzio alla fine degli anni ’30 –, è ormai la sede tradizionale di Loewe al Fuorisalone. Quest’anno l’installazione del marchio spagnolo e del suo creative director Jonathan Anderson s’intitola “Chairs”, quasi un omaggio al più classico degli oggetti da design week. Dall’ingresso su strada, il pubblico percorre la corte d’onore e poi, attraversando il salone al piano terra di un secondo corpo di fabbrica, al grande giardino, spazio fresco e silenzioso che sembra lontanissimo dalla frenesia delle strade circostanti.
L’edificio del Circolo Filologico Milanese è una sobria architettura d’inizio Novecento. È una palazzina dalle vaghe atmosfere liberty che definisce un piccolo slargo sulla stretta via Clerici, in maniera simile all’antico Palazzo Clerici barocco, sull’altro lato della strada. All’interno, lo spazio più spettacolare e la monumentale sala per le conferenze a doppia altezza, circondata da una sequenza continua di balconate e illuminata da un grande lucernario. Anche quest’anno il Fuorisalone attiva questo luogo nascosto e per veri intenditori, ad esempio con l’installazione site specific in facciata progettata da MoscaPartners.
I Magazzini Raccordati, che si allungano sul retro della Stazione Centrale, sono tra i più leggendari e affascinanti degli spazi inutilizzati o sottoutilizzati di Milano. Una sequenza pressoché ininterrotta di gallerie dalle colossali volte a botte si allineano sotto i binari in uscita dalla principale stazione cittadina. Un tempo ospitavano depositi e attività produttivo-commerciali di vario genere. A breve – ma quanto a breve è difficile dirlo, malgrado i tanti annunci – saranno riprogettati come spazi a vocazione mista commerciale-culturale. Nel frattempo è “Dropcity. Centro Architettura e Design”, il progetto curato da Andrea Caputo e sponsorizzato dal promotore Nhood, a renderli accessibili durante la design week, almeno sul lato ovest, lungo via Sammartini.
Anche per l’ex-macello di via Molise, spazio strategico per la trasformazione di un’ampia parte di città attorno alla stazione di Porta Vittoria, il Fuorisalone è un momento importante di attivazione temporanea, in vista della riqualificazione permanente che lo interesserà a breve. Alcova, la piattaforma indipendente ideata da Valentina Ciuffi e Joseph Grima, concentra nelle sue molte, affascinanti strutture in rovina le installazioni di più di cento espositori. Potrebbe essere una delle ultime occasioni per visitare questi spazi e queste architetture prima che la maggior parte di essa sia demolita o profondamente trasformata.
Tra le tante traiettorie di espansione del Fuorisalone, la più chiara è quella che estende la costellazione delle sue location dal centro città verso i quartieri più periferici. Per il Fuorisalone 2023, la Fondazione Rodolfo Ferrari apre per la prima volta le porte di LABÒ, un complesso di quattro edifici che furono laboratori farmaceutici, nel cuore della Barona. Ospiteranno più di 40 espositori all’interno dei loro spazi dal fascino al tempo stesso tecnico e vintage.
Un abbinamento riuscito, quello tra le atmosfere d’élite del Tennis Bonacossa, storico club milanese, e “Clay Court Club”, l’allestimento progettato da Cristina Celestino per il Fuorisalone 2023. Dall’ingresso principale, solitamente impermeabile ai non soci, è possibile visitare gli spazi di rappresentanza della bella palazzina progettata da Giovanni Muzio alla fine degli anni ’20. Nel salone d’onore, nella sala d’angolo circolare e nel dehors affacciato sui campi, gli arredi e le decorazioni vecchia maniera del club risuonano con i tocchi contemporanei introdotti da Celestino.
È tra le aperture più attese del Fuorisalone 2023, quella dell’istituto Marchiondi Spagliardi, capolavoro brutalista di Vittoriano Viganò. L’ex-riformatorio di Baggio, costruito alla fine degli anni ’50, da tempo in disuso e profondamente degradato, è reso accessibile con il progetto “Reforming Futures” su iniziativa del Comune di Milano e grazie a una cordata di attori privati e pubblici, tra cui il Politecnico di Milano e GAe Engineering. I visitatori saranno guidati in alcuni spazi selezionati dell’edificio, dove sono esposte tra le altre cose le proposte per la sua riconversione elaborate dagli studenti del Politecnico.
Landmark mai troppo amato dai milanesi, la torre ex-uffici comunali di largo Treves 1 progettata dal bravo Arrigo Arrighetti sarà presto demolita. Per il suo ultimo anno di vita, e solo per la settimana del Fuorisalone, si illuminerà grazie all’installazione “Dry Days, Tropical Nights”, di Glo for Art con Agostino Iacurci. L’elemento cruciale del progetto è il colore, che dalla facciata si estenderà anche negli interni ormai spogli, per garantire all’edificio un’uscita di scena dallo skyline milanese decisamente spettacolare.