Siamo ormai alla fine della Milano Design Week 2022. La città ha aperto le sue porte a professionisti e spettatori internazionali affamati di novità, dopo la mini-edizione a settembre del 2021.
Per chi si fosse perso gli eventi della settimana abbiamo selezionato 5 luoghi interessanti di questo Fuorisalone.
Alle porte di Milano, Lionel Jadot con l’iniziativa Baranzate Ateliers dona nuova vita alla Necchi, nota fabbrica di macchine da cucire ormai dismessa, con un polo creativo per designers e artisti.
Uno spazio non solo espositivo ma anche di eventi, performance e feste. La seconda edizione di Alcova, sotto l’attenta curatela di Joseph Grima e Valentina Ciuffi, torna con 90 espositori distribuiti dell’ex ospedale militare di Baggio.
Terza tappa da Alessi che celebra i suoi 100 anni alla galleria Manzoni con 12 stanze “simboliche” della storia dell’azienda curate da ADML Circle. Alessi 100-001 è il titolo della mostra, che guarda al futuro con le nuove posate disegnate da Virgil Abloh esposte in prototipi giganti.
Hermès a La Pelota ritorna con quattro installazioni luminose a forma di torre dell’acqua per presentare la nuova collezione.
A terminare il giro, una tappa alla Fondazione Feltrinelli che ospita l’installazione onirica della Korea Craft and Design Foundation valorizzando l’artigianato e i materiali naturali.
5 cose da scoprire al Fuorisalone durante il weekend
Il Salone sta finendo. Per chi se lo fosse perso, una selezione di cose da vedere nel weekend.
Via Milano 251, Baranzate
Ben Storms. Foto Stefania Zanetti
Foto Marco Menghi
Foto Marco Menghi
Foto Marco Menghi
Via Simone Saint Bon 1, Milano
Foto Marco Menghi
Foto Marco Menghi
Foto Marco Menghi
Alessi, Galleria Manzoni, Via Alessandro Manzoni 40, Milano
Foto Marco Menghi
Foto Marco Menghi
Foto Marco Menghi
Pelota Jaialai - Via Palermo, 10, Milano
Foto Francesco Secchi
Foto Francesco Secchi
Foto Francesco Secchi
Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, Via Pasubio 5, Milano
Foto Marco Menghi
Foto Marco Menghi
Foto Marco Menghi
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- La Redazione di Domus
- 10 giugno 2022
Alle porte della città, area nord-ovest, la fabbrica dismessa delle macchine per cucine Necchi si riaccende per dare corpo a un progetto ambizioso: replicare il successo dell’hub creativo poco distante da Bruxelles, Zaventem Ateliers, e creare un polo creativo che ospiti una comunità di artisti e designer. Motore dell’iniziativa è Lionel Jadot, che nel 2019 aveva avviato il progetto belga e che per questo debutto milanese ha riunito 16 dei suoi residenti belgi e 7 ospiti. I 3.000 metri quadrati di spazio espositivi non saranno solo un luogo di scambio e condivisione tra designer, artisti, collezionisti, architetti e aficionados, ma anche teatro per feste, eventi artistici e performance (in collaborazione con Belgium is Design). “In Belgio ha funzionato”, racconta Jadot. “La formula giusta è selezionare creatori eccezionali che abbiano lo spirito giusto e l’energia per spingere il progetto lontano, come a Zaventem, che è stato un acceleratore per la nostra piccola famiglia, che ha prodotto nuovi pezzi incredibili anche di grandi dimensioni, grazie allo spazio a disposizione. Anche Baranzate ha il potenziale per essere messa sulla mappa della creatività milanese”.
L.M.
Con 90 espositori ben assortiti e distribuiti nei quattro edifici dismessi e nel grande parco dell’ex ospedale militare di Baggio, Alcova si conferma una tappa obbligata di questa Design Week. Il merito va senz’altro alla curatela attenta di Joseph Grima e Valentina Ciuffi, ma anche alla combinazione equilibrata e composita dell’offerta, che mescola aziende affermate e nuovi brand, designer italiani e internazionali, progetti di ricerca e scuole, alto artigianato e progetti sperimentali. In più, c’è un nuovo edificio, l’ex ospedale psichiatrico, che da solo vale il viaggio. L’elemento conduttore che lega realtà tanto diverse è, come spiega Grima, l’atteggiamento coraggioso, oltre naturalmente all’approccio multidisciplinare. Quest’anno, ci sarà anche più attenzione al food, concentrato nello spazio del Tempio e nella Food Court che resteranno aperti fino alle 22. Mentre il Cutoff bar sarà animato da un programma di performance e incontri per l’intera settimana.
Elena Sommariva
“La mia azienda compie 100 anni quest’anno. Più della storia, mi interessa la capacità di portare sempre nuove idee per contribuire all’evoluzione del panorama domestico”. Questo lo spirito di Alberto Alessi, che ha quindi deciso di coronare le celebrazioni cominciate un anno fa con il rilascio di un oggetto inedito al mese con una grande mostra interattiva in galleria Manzoni. Dodici stanze curate da AMDL Circle, una sorta di cabinet de curiosité da guardare e con cui a volte anche interagire, raccontano i primi 100 anni stigmatizzandoli in altrettanti valori in modo sempre diverso: ricostruendo una stanza dell’azienda, mostrando prototipi o pezzi mai andati in produzione, ma anche con una stanza dorata per celebrare il Merdolino. Il futuro, lo 001 del titolo, è una stanza tutta verde progettata da Studio Temp per accogliere versioni giganti delle nuove posate disegnate da Virgil Abloh: la scelta del verde serve ad attivare la tecnologia green-screen tramite un filtro Instagram e a creare immagini in cui fondere mondo digitale e fisico. I nostalgici possono comunque rifugiarsi nel foyer del teatro, dove c’è una selezione di pezzi d’archivio del periodo tra gli anni Venti e i Sessanta che ha consacrato Alessi.
L.M.
Il brand francese ritorna alla pelota con quattro installazioni luminose a forma di torre dell’acqua, leggerissime nonostante le grandi dimensioni, con struttura in legno avvolta da carta colorata traslucida.
Nell’occasione, viene presentata la nuova collezione casa del marchio, tutta dedicata alla leggerezza, cinque oggetti in cui è protagonista il cashmere, uno dei materiali preferiti della maison.
Nel luminoso piano alto dell’edificio progettato da Herzog & de Meuron l’evento organizzato dalla Korea Craft and design Foundation mette in scena, con un’installazione suggestiva e onirica, le fondamenta della Terra, un artigianato ispirato alla natura che cerca di tornare alla sua semplice bellezza. Il valore di un artigianato di alta qualità che utilizza materiali naturali diventa poi materia concreta nei lavori di tre designer italiani – Michede De Lucchi, Francesco Faccin e Mario Trimarchi –, scelti per il loro approccio al progetto, che hanno individuato una tecnica e lavorato in collaborazione con un artigiano coreano. De Lucchi la scelto il legno e la lacca per le sue sculture cucite, Trimarchi il bronzo per le sue sculture. Faccin ha deciso per l’intreccio per realizzare due lampade – le sue Pepe completamente rivestite con fibre colorate – e un cappello ispirato al tradizionale gat dei monaci coreani (in origine in crine di cavallo) ma qui scomponibile nelle sue due parti e utilizzabile come portafrutta e contenitore. Le fibre sono in due colori, a differenziare interno ed esterno; un moschettone, una matita o qualsiasi elemento naturale che si trova a portata di mano si può usare per fissare le due parti. Alla fine dell’esposizione, gli oggetti dei tre designer verranno messi in vendita all’asta.
L.M.