Nel 1961 il primo Manifesto del Salone del Mobile viene commissionato al grafico e illustratore Camillo Pizzigoni (che aveva disegnato in precedenza La vispa Teresa) e rappresenta l’icona di un occhio nella cui pupilla si intravvedono sagome di mobili. Vedere, osservare, iconizzare: già da questo segno inaugurale si intuisce la linea di grande efficacia comunicativa e suggestiva che caratterizzerà tutta la comunicazione grafica del Salone.
Una tappa fondamentale in questo percorso è quella che si verifica nel 1994 quando Massimo Vignelli ridisegna l’identità grafica di Cosmit e l’immagine coordinata del Salone. Il progetto include la segnaletica e i materiali promozionali e utilizza l’Our Bodoni, la versione di Bodoni disegnata da Tom Carnase per Vignelli nel 1989.
I poster e gli opuscoli precedentemente utilizzati vengono così sostituiti da un nuovo opuscolo piegato in formato A4 che rivela nuove informazioni a ogni successiva apertura: è un progetto di comunicazione che ha ricevuto nel 1998 il Compasso d’Oro. Fra i tanti manifesti, tutti bellissimi, si ricordano quello del 1978 di Alberto Longhi, quello del 2009 di Guido Scarabattolo e quello del 2017 di Lorenzo Marini. Nel 2022 per celebrare i 60 anni del salone Emiliano Ponzi ha scelto una narrazione a più episodi, con ben sei manifesti che raccontano l’evoluzione del costume dagli anni ’60 ai giorni nostri.
Immagine di apertura: Manifesto del Salone del Mobile 2017, grafica di Lorenzo Marini. Courtesy Salone del Mobile.Milano