1961. L’Italia è in pieno boom economico. I consumi crescono, l’economia galoppa e la modernità irrompe euforica e irreversibile sui costumi e sugli stili di vita degli italiani. L’anno precedente le Olimpiadi di Roma e un film come La dolce vita di Federico Fellini hanno posto l’Italia sotto i riflettori del mondo. Il Salone del Mobile nasce in questo contesto: poco più di trecento espositori, tre soli padiglioni in Piazza VI Febbraio, circa 10.000 visitatori, di cui meno di mille venuti da altri paesi. Nulla, rispetto a quello che sarebbe accaduto dopo.
Eppure, tutto parte da lì: dall’intuizione di alcuni mobilieri italiani, guidati da Tito Armellini, che dopo aver visitato la Fiera del Mobile di Colonia capiscono in anticipo sui tempi la necessità di far conoscere al mondo i propri prodotti, istituiscono il Cosmit (“Comitato Organizzatore del Salone del Mobile Italiano”) e scelgono di puntare sulla comunicazione non come un optional ma come un asse portante delle proprie attività progettuali e imprenditoriali. Fin da subito il Salone diventa il palcoscenico del Made in Italy nel settore dei mobili e dell’arredamento: non solo vetrina, dunque, ma luogo di un racconto destinato a crescere e ad espandersi negli anni, trovando in Milano l’energia propulsiva necessaria per promuovere e diffondere le eccellenze del design italiano.
Immagine di apertura: SuperSalone. Courtesy Salone del Mobile. Milano. Foto Andrea Mariani