La Triennale della National Gallery of Victoria (NGV) del 2020, che ha luogo presso la NGV International dal 19 dicembre 2020 al 18 aprile 2021, comprende opere di oltre 100 artisti, designer e architetti provenienti da più di 30 Paesi del mondo. Le opere, che spaziano dalla moda alla pittura e all’installazione architettonica, sono centrate sui quattro temi chiave della Triennale: conservazione, speculazione, illuminazione e riflessione.
La mostra segna la riapertura provvisoria della NGV International mentre le restrizioni messe in atto per contenere la diffusione del Covid-19 a Melbourne si allentano. Un programma di conferenze e proiezioni online si svolge parallelamente alla mostra.
“Gli attuali operatori dell’ingegno creativo svolgono un ruolo vitale nella nostra società – e forse mai come ora che il mondo sta affrontando sfide sociali, economiche e ambientali senza precedenti”, afferma Tony Ellwood, direttore della NGV. “In tempi di caos e sconvolgimento, l’arte e il design forniscono lo spazio per riflettere sui percorsi che ci hanno condotto fino a qui e per esprimere le nostre preoccupazioni. Inoltre, offre la possibilità di concettualizzare i modi per guardare oltre; l’arte e il design possono esplorare le idee più ampie e fantasiose poiché in grado di spostare i paradigmi e rimodellare la nostra società”.
“Questa mostra offre speranza per il nostro futuro mediante idee speculative, soluzioni pratiche e nuovi modi di pensare e questo è ciò di cui abbiamo bisogno ora più che mai”, dichiara Ellwood durante un’anteprima stampa digitale della mostra. “Gli artisti e i designer sono stati inseriti all’interno della presentazione poiché sentono la necessità di esprimersi sulla vita e sulla cultura”.
Un’installazione dell’artista sudafricano Porky Hefer immagina creature marine mutanti che si sono adattate all’inquinamento dell’Antropocene generato dall’uomo. In Plastocene – Marine Mutants from a Disposable World un polpo gigante, i cui tentacoli si estendono per un’intera galleria, è caratterizzato da una pelle costituita da mozziconi di sigaretta fusi a mano. Creature più piccole ricordano altri detriti di plastica – reti da pesca, guanti per lo smaltimento e cotton fioc – che rispecchiano la nostra diffusa negligenza ambientale.
Anche il regista australiano Liam Young specula su ciò che la crisi ambientale riserva al nostro futuro nel suo cortometraggio Planet City 2020, raffigurando una città densa e verticale in cui la popolazione mondiale è raccolta per dare alla natura il tempo di guarire. E in Extinctions 2020, lo studio milanese Carnovsky usa la proiezione di luce e una carta da parati particolarmente elaborata per far emergere e sparire le specie a rischio di estinzione.
Il collettivo di BTVV sfida il design ubiquo e di bassa qualità degli appartamenti, con la speranza di non ritrovarlo nelle case del futuro, in Walls 4 Sale: near new and supersized 2020, che si basa sull’installazione vincitrice del Leone d’Oro alla Biennale di Architettura di Venezia del 2018. Progettato come un “collage architettonico delle ‘peggiori pratiche’ della fotografia immobiliare”, lo spazio composto da caratteristiche blande sovradimensionate e sottodimensionate mette in discussione gli appartamenti dalle pareti bianche e dal pavimento laminato presenti sul mercato.
Dhambit Mununggurr presenta 15 dipinti su fogli di corteccia e nove larrakitj (pali in legno intagliati) che raffigurano il Paese mediante il colore blu. Dopo un incidente d’auto debilitante, è passata dall’uso dell’ocra di origine naturale a un colore più semplice da utilizzare, ovvero l’acrilico. Inoltre, è la prima artista indigena Yolngu a dipingere usando il blu.
In mostra anche l’illusione ottica spaziale WeltenLinie 2020 di Alicja Kwade, in cui specchi a doppia faccia creano uno spazio disorientante pieno di oggetti mutaforme, mentre l’architetto giapponese Kengo Kuma ha collaborato con l’artista di Melbourne, Jeffrey Nees, per la realizzazione di Botanical Pavilion. La passerella, simile a un tunnel, è stata costruita con pezzi di legno ad incastro raccolti da alberi abbattuti nei giardini botanici di Melbourne, alcuni dei quali precedenti all’insediamento europeo. “Dare priorità ai fenomeni naturali rispetto all’ordine scientifico, le specie botaniche utilizzate sono codificate per colore, piuttosto che seguire un ordine tassonomico”, asseriscono i curatori. “Questo approccio offre una dichiarazione da parte dei designer contro la natura riduttiva della scienza durante l’era coloniale – una mentalità in contrasto con molte credenze culturali indigene e sistemi di conoscenza”.
Al contempo Faye Toogood, designer d’interni britannica, ha trasformato le gallerie del XVII secolo della NGV nella sua installazione Downtime: Daylight, Candlelight, Moonlight (2020), esaminando l’uso di tre diversi effetti di luce. Le installazioni simili a saloni, che si avvalgono dell’intera stanza al fine di realizzare l’opera, includono l’illuminazione, i mobili, la scultura e l’arazzo di Toogood, che siedono accanto a pezzi tratti dalla collezione della NGV e danno origine a un dialogo tra di loro. “Toogood ci immerge nella sensibilità dell’epoca – che ha visto la nascita del capitalismo e dell’illuminismo – usando i suoi disegni innovativi come un dispositivo di collegamento con il passato”, affermano i curatori.
- Esposizione:
- NGV Triennial 2020
- Date di apertura:
- 19 dicembre 2020 – 18 aprile 2021
- Luogo:
- NGV International, Melbourne, Australia