Quando qualche mese fa Nike spegneva le sue prime 50 candeline non c’era stato spazio per nostalgia fine a se stessa. Anzi, si era visto un brand dallo spirito rinnovato, pronto a trarre ispirazione dal suo heritage per modellare il futuro dell’abbigliamento sportivo. Una missione che è al centro di Nike, marchio che, nonostante la sua enorme influenza sullo streetwear e sulla cultura giovanile, continua a vedere negli atleti – un macroconcetto inclusivo che dai campioni olimpici si estende fino agli amatori – il motore delle proprie innovazioni.

È proprio dal dialogo con gli atleti che il cambiamento climatico è emerso come un problema stringente, come una barriera allo sport.

Con sempre meno risorse disponibili e le conseguenze inarrestabili del riscaldamento globale a peggiorare le condizioni di allenamento, le performance degli atleti rischiano oggi di essere irrimediabilmente e progressivamente compromesse.

Queste le premesse che hanno spinto Nike a lavorare su qualcosa di rivoluzionario. Nike Forward è infatti più di un tessuto, è un nuovissimo approccio alla manifattura dei capi che, tagliando molteplici fasi intermedie del ciclo produttivo, promette di ridurre del 75% l’impronta carbonica rilasciata dal materiale uscito dallo stabilimento.

La grande innovazione risiede proprio in una trasformazione diretta della fibra in tessuto attraverso una lavorazione ad agugliatura (“needle-punch” in inglese), eliminando dunque fasi come lo srotolamento dei filati, il taglio e la cucitura a macchina che altrimenti richiederebbero un consumo energetico maggiore.

Ma non solo. La minor densità del tessuto è un altro elemento chiave su cui Nike punta per il raggiungimento dei suoi obiettivi di miglioramento delle prestazioni e di sostenibilità.

“[Il tessuto] Nike Forward trasmette una sensazione diversa perché è diverso. Non è un lavorato o un tessuto tradizionale, ma un materiale del tutto nuovo che riduce drasticamente le emissioni di CO2,” spiega Carme Zolman, VP Innovation Apparel Design per Nike, Inc. 

Forward porta inoltre avanti la missione di Nike nel produrre indumenti ottenuti da tessuti di recupero. Nike Forward, come viene spiegato dal brand, può “essere ottenuto da una gamma di layer diversi, tra cui scarti industriali e di consumo”, con la conseguenza di un prodotto composto fino al 70% di contenuti riciclati.

Per inseguire questo nuovo orizzonte della manifattura, del consumo e riciclo dei capi, i primi prodotti della linea Nike Forward saranno progettati senza zip o aghetti per lacci, nel caso delle sneaker, sposando una linea decisamente utilitaristica. Ne consegue una maggior duttilità di riciclo, ma anche l’affermazione di nuovi standard estetici e performativi nell’ambito dello sport.

Lo spirito del marchio di Beaverton è dunque quello di un continuo work in progress finalizzato al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità – da qui la concezione di Forward come una “piattaforma” piuttosto che un mero tessuto. Una forma mentis che si inserisce in un percorso di innovazione intrapreso da 30 anni e che ha portato a concept e tecnologie come Nike Air, Space Hippie, Flyknit, Leatherknit, Next Nature e Dri-Fit.

Come ci spiega Janett Nichol, VP Apparel Innovation di Nike, Inc., “sono piattaforme che cambiano le regole del gioco, come Nike Forward, che accelerano la cultura dell'innovazione in Nike per aiutare a tutelare il pianeta e il futuro dello sport.” 

Nike Forward debutta a partire dall’15 settembre con la rivisitazione di uno dei suoi capi più iconici: la felpa grigia, disponibile sia con cappuccio che in versione ‘crew’ girocollo.