All’inizio degli anni Novanta Matteo Thun firma il suo progetto forse più popolare di sempre, una tazzina da caffè dalle forme archetipiche, con la parte cava che si assottiglia salendo verso il bordo e la celebre presa ad anello che è la firma d’autore in un design pensato per essere il più possibile anonimo e universale. È la celebre tazzina da caffè illy, quella che si trova ancora oggi sui banconi di tanti bar. “La tazzina nasce da un briefing storico di illy nel 1989. Trent’anni e non dimostrarli”, commenta Matteo Thun, parlandone con Domus.
“Un concentrato di semplicità, purezza e funzionalità: un oggetto senza tempo”, prosegue lui. Un oggetto che ricollegava tra l’altro il progettista alla sua storia famigliare, l’azienda di oggetti in ceramica dei genitori.
La tazzina che Thun ha creato è da più di trent’anni è anche una tela bianca, una piccola architettura su cui poi altri hanno sovrascritto la propria arte. Sono circa 125 gli artisti che fino a oggi l’hanno decorata, tra nomi affermati e giovanissimi, contribuendo alla portentosa collezione di illy Art Collection. Oggi conta circa 400 tazze. “Sono felice che molti artisti abbiano utilizzato la tazzina per disegnare le loro idee”, dice l’architetto e designer.
Un concentrato di semplicità, purezza e funzionalità: un oggetto senza tempo.
Trent’anni più tardi, illycaffè si affida di nuovo a Thun per il manifesto della Barcolana, di cui l’azienda ha la direzione artistica dal 2015. In passato, ha coinvolto nomi del calibro di Pistoletto, Abramovic e Mattotti.
Il poster disegnato da Thun è una impronta digitale colorata, dove le linee dell’impronta ricordano le correnti del mare. “Un manifesto che parla alla nostra natura umana”, spiega il designer. “Il tema di quest’anno di illy erano le correnti e la nostra corrente principale è la joie de vivre”. Per il presidente della Società Velica di Barcola e Grignano, Mitja Gialuz, che organizza la Barcolana giunta alla cinquataquattresima edizione, il poster di Thun “è una sintesi perfetta dei valori profondi che stanno alla base della regata”.
L’anno prossimo saranno novanta da quando Ferenc Illy fondava l’azienda che ne porta il nome, “con il sogno di unire nel caffè il bello e il buono”, spiega Cristina Scocchia, Amministratore Delegato di illycaffè da pochi mesi. Di origini ungheresi, cittadino del mondo, cosmopolita, Illy amava la musica, la cucina, e appunto l’arte – con una passione per la Bauhaus, la cui avventura come scuola giungeva al termine proprio nell’anno di fondazione di illycaffè. Ma non la sua lezione, che univa arte e design, estetica e funzione. E che probabilmente ispirò i valori dell’imprenditore.
È da questa vocazione del fondatore a unire etica ed estetica, spiega Scocchia, insieme a una costellazione di valori che comprendono sostenibilità ambientale, cortesia e rispetto, che nasce la particolare inclinazione del marchio nei confronti dell’arte e del design – un elemento sorprendente, che ammette averla incuriosita ancora prima di entrare nel board aziendale.
La tazzina nasce da un briefing storico di illy nel 1989. Trent’anni e non dimostrarli.
“Live happily”, recita lo slogan di illycaffè. Per il brand di Trieste riesce difficile pensarlo senza il valore aggiunto della creatività, che lo accompagna in tante iniziative e anche nel logo. Quello attuale è firmato da James Rosenquist, padre della pop art. Il primo è stato creato dal pittore e grafico Xanti Schawinsky, all’epoca in forza allo studio Boggeri, impegnato tra le altre cose sul logotipo di un altro gigante italiano, Olivetti, che in quegli anni era appena passata sotto il controllo di Adriano.
Schawinsky, allievo della Bauhaus (che ritorna non a caso) e amico personale di Breuer, prima di trasferirsi a New York ebbe anche modo di partecipare alla progettazione della celebre macchina da scrivere Studio 42 dell’azienda di Ivrea e alla decorazione del suo negozio a Torino, che Domus elogiò in un articolo pubblicato nell’agosto del 1935, dove si leggeva che “rarissime volte, specie in Italia”, si era vista “un’opera simile”, che adunava “gli elementi più raffinati e significativi del gusto moderno”, meritando a tutti gli effetti di essere considerata come un’opera d’arte.
illycaffè, oltre alla illy Art Collection, è sponsor in molte importanti mostre di arte contemporanea e della Biennale d’Arte di Venezia. Quest’anno, in occasione dell’edizione 2022, è stata presentata la nuova collezione di tazzine, a firma della curatrice de “Il latte dei sogni” Cecilia Alemani. Per l’azienda, il ruolo della tazzina è chiaro, spiega Scocchia. È un modo per rendere l’arte contemporanea accessibile a tutti, per portarla al grande pubblico, che magari incontra certi nomi di artisti affermati o emergenti proprio al bancone del bar. “Per molti è una scoperta”, conclude. E a ottobre ce ne sarà una nuova, di cui per ora non si possono dire i dettagli.