La notizia è arrivata come un fulmine a ciel sereno, il Salone del Mobile si sposta al 16-21 giugno 2020. La causa, come si sa, è il Covid-19 che avrebbe comunque inficiato la presenza di ospiti internazionali e acquirenti, soprattutto asiatici. L’incertezza è legata, da un lato, al calendario già organizzato di alcuni espositori mentre, dall’altro, non tutte le location saranno disponibili visto il sovrapporsi di altre iniziative già programmate, prima tra tutte quelle legate alla Fashion Week maschile.
E il Fuorisalone?
Dopo il rinvio del Salone, abbiamo cercato di capire come si stanno organizzando i distretti, quali problematiche stanno incontrando per questa inaspettata versione “estiva” della design week. La prima parte della nostra inchiesta.
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- Marina Jonna
- 06 marzo 2020
- Milano
Foto Di Lenarda
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La voce dei distretti si è fatta sentire subito e, dopo le incertezze organizzative iniziali, hanno confermato le nuove date (15/21 giugno) anche se, al momento, è ancora tutto da decidere: scaletta eventi, espositori, installazioni. Ma l’atteggiamento è positivo, soprattutto per i responsabili delle iniziative più pop, come Davide Crippa de La Repubblica del Design: “I problemi sono legati a dover riprogrammare, ma forse questo è contemporaneo o sbaglio? Non si parla da molti anni di liquidità, indeterminatezza e ahimè incertezza? Non sono gli argomenti quotidiani con i quali ci dobbiamo confrontare nel dover fare qualsiasi cosa oggi? Io credo di sì (ovviamente), quindi direi che il riorganizzare la macchina sia una condizione necessaria e figlia dei nostri giorni. Sono convinto che tutti ci riusciranno e che avremo un Salone e un Fuorisalone differenti, ma forse per questo interessanti”, e prosegue: “Dopo il primo momento di confusione per la situazione nel mondo e in Italia, la decisione di Beppe Sala e di Fiera Milano di spostare a giugno la data, abbiamo pensato che forse anche noi dovevamo prendere una decisione coraggiosa! Quindi noi raddoppiamo, apriamo ad aprile (con un “senza salone”) e ri-apriamo a Giugno (per il “FuoriSalone”). Per noi, che siamo un distretto permanente, è possibile e forse è anche utile alla città. Credo sarà un bel segnale per tutti e un momento per incontrare amici e progettisti nel distretto meno patinato e più autentico di Milano. In fondo questo momento storico ha la necessità di segnali e risposte differenti e quindi ci è sembrato naturale pensare doppio”.
Foto Henrik Blomqvist
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Per Ventura Centrale e Ventura Future, Fulvia Ramogida, la referente milanese di Ventura Projects, racconta: “Nel giro di poco più di una settimana siamo passati dalla conferenza stampa di lancio di Ventura Projects 2020 per la Milano Design Week, allo spostamento. Immaginerete la complessità di dover riprogrammare il calendario di due eventi, Ventura Future e Ventura Centrale che erano pronti per la messa in produzione e la loro inaugurazione, da qui a meno di due mesi”. Per l’organizzazione, spiega: “Ogni cambiamento comporta dei problemi e nel caso del Fuorisalone, un evento complesso e trasversale che coinvolge moltissimi attori e diverse tipologie di pubblico, i problemi si moltiplicano. Dalla riconferma della disponibilità degli spazi, in alcuni casi, alla disponibilità degli allestitori, allo slittamento di tutte le forniture di servizi che avevamo programmato per Ventura Centrale ad esempio, fino alla riprogrammazione delle deadline operative per gli espositori e quelle del piano di comunicazione…” Ramogida spiega anche come per alcuni espositori, che magari erano un po’ in ritardo, lo slittamento delle date sia in fondo un sollievo, “in quanto avranno più tempo per disegnare l’evento”, mentre lo spostamento risulta rassicurante anche per quelli che avevano già un po’ di ansia dovuta alla situazione Coronavirus. E per finire, la Moda Uomo: “La parziale sovrapposizione può costituire un vantaggio in termini di vitalità e possibili sinergie”, conclude.
Più critico Nicolas Bellavance-Lecompte di 5Vie, che dichiara: “Lo spostamento del Salone a meno di due mesi di anticipo significa un crollo organizzativo, l’impossibilità di riprogrammare e una perdita di tempo”. Le incognite reali a cui si va incontro sono “il non sapere come sarà l’edizione di giugno e se il dramma del Coronavirus sarà rientrato. Il periodo coincide poi con Art Basel: per chi si occupa di art design, sarà molto difficile essere presente a entrambe le manifestazioni. Ma, come dicono alcuni miei colleghi entusiasti: un Salone al caldo e senza pioggia, ci sta”.
Fuorisalone 2019
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Per Isola Design District, Gabriele Cavallaro racconta: “Eravamo preparati a questa possibilità, avevamo anche previsto giugno come mese ideale per lo slittamento per via dell’emergenza sanitaria locale e, soprattutto, della conseguente psicosi che sta creando a livello globale. Quindi, in realtà, la decisione non ha influito particolarmente sul nostro lavoro e, anzi, la condividiamo appieno. La parte più complessa è stata quella di contattare e aggiornare tempestivamente location, designer e aziende, oltre a riorganizzare gli eventi già in programma, ma siamo riusciti a gestire tutto in maniera rapida ed efficace”. E per il periodo scelto? “Crediamo e speriamo che, paradossalmente, possa essere anche meglio di aprile, principalmente dal punto di vista climatico, ma anche in termini di coinvolgimento dei visitatori nelle attività che stiamo pianificando: workshop, talk, esperienze ed eventi”. E aggiunge:” In termini di pubblico credo che difficilmente si raggiungeranno i numeri delle ultime edizioni, ma non deve essere per forza un aspetto negativo”.
Foto di Andrea Raffin
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Atteggiamento positivo anche quello di Nina Yashar, di Nilufar: “Dal mio personale punto di vista come gallerista coinvolta in prima fila nella kermesse della Milano Design Week, credo che sia stata presa la decisione migliore, data la situazione. Per noi si tratta effettivamente di due mesi in più a disposizione per ultimare i progetti, finalizzare gli allestimenti con maggiore respiro, per la prima volta avere con un po’ di anticipo gli scatti delle novità da divulgare alla stampa… Sicuramente è destabilizzante vedere mutata, per circostanze certo non piacevoli, quella che per la città di Milano è ormai da anni una consolidata certezza, ma la affronto con energia e spirito positivo poiché credo che ogni cambiamento porti sempre qualcosa di nuovo e favorevole”. Non solo: “Vedo la sovrapposizione con Design Miami | Basel positiva poiché permetterebbe a molti collezionisti di visitare entrambe le manifestazioni nella stessa settimana. Inoltre la vicinanza con le sfilate moda uomo di Milano creerà un’ottima sinergia. Mi sembra la soluzione migliore e fa sperare in un ridimensionamento dell’emergenza legata al virus, che con le temperature più calde dovrebbe ridursi, oltre ad essere una giusta via di mezzo, evitando di posticipare troppo l’evento”.
Le disdette nei distretti, considerate fisiologiche, sono del 7% dovute sostanzialmente ad altre iniziative già fissate in calendario dalle aziende. Di contro, altri brand, impossibilitati a partecipare ad aprile, si sono fatti avanti per essere presenti nell’edizione di giugno. I due mesi che si sono aggiunti, verranno dunque sfruttati dagli espositori e dagli organizzatori anche per inventarsi nuove formule o mettere a punto ciò che già era in programma. Non resta che aspettare questa nuova versione del FuoriSalone certi che la creatività si rivelerà ancora una volta vincente.
Immagine di apertura: immagini dell’installazione “IQOS World Revealed” di Alex Chinneck all'Opificio 31 in zona Tortona, al Fuorisalone 2019
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