“Quando un po’ di anni fa ho cominciato il progetto sugli archivi di Renzo Piano, mi sono resa conto della potenza di questi materiali per anni poco frequentati. Ho iniziato così un lavoro di ricerca sulla storia dell’industria che nessuno fino a quel momento aveva raccontato e che rischia di scomparire mano a mano che se ne vanno i suoi protagonisti”. Così, la regista Francesca Molteni, sostenuta dalla consulenza dello storico e curatore Fulvio Irace, descrive il lavoro di documentazione filmica – quasi un archivio degli archivi – del grande patrimonio del design e dell’architettura italiani. Un’operazione che l’ha condotta a Genova, ma anche a Parigi, New York, Londra, là dove affonda le radici il prestigioso studio RPBW, per raccontare la ricchezza tecnica, artistica e umana che sta dietro agli edifici firmati da Renzo Piano.
“Il rapporto con Renzo Piano è stato mediato da due figure preziose, Giovanna Giusto e Milly Piano, che dopo una prima fase di studio reciproco hanno capito lo spirito del progetto: non raccontare l’archistar ma i processi della creazione e la comunità che sta attorno all’architetto.” È così che in questo film prendono voce i partner, gli archivisti, i modellisti, i molti collaboratori di Piano, dando espressione a uno dei suoi stessi pensieri: “Non sono io, non è una sola persona. È un mestiere in cui la creatività è condivisa.”
Lui, Renzo Piano, subito annunciato da un voice over, compare al nono minuto di montaggio, con la pacatezza e la levità che lo contraddistinguono e che così puntualmente sono trasferite nei suoi progetti. Proprio questi, i progetti, costituiscono uno dei punti di grande interesse del film. I disegni realizzati dal Maestro per edifici iconici come il New York Times Building, il Beaubourg e la Fondazione Niarchos di Atene, prendono vita in delicate animazioni quasi a dare visione a un altro punto a cui l’architetto tiene molto: far capire ai giovani come si arrivi alle idee.
Le animazioni sono quasi metafora del nodo concettuale del film: “Archives are alive” (“gli archivi sono vivi”), come dice il direttore della Morgan Library e come viene ben illustrato nel documentario. Nell’archivio della Fondazione Renzo Piano infatti, il lavoro non è di puro accumulo di disegni, pubblicazioni, maquette, modelli, ma di selezione, conservazione, preparazione e movimentazione di questi stessi materiali perché salpino dal porto di Genova ogni volta che una mostra si annuncia in giro per il mondo.
Ogni passaggio del documentario è accompagnato dalla musica di Fabrizio Campanelli, compositore di musica per film più volte candidato ai David di Donatello per il suo lavoro su pellicole cinematografiche. “I suoni si alternano ai silenzi come il vuoto negli spazi e questo indica già una profonda analogia fra architettura e forme musicali. Parlando di creazioni, l’accento non può che disporsi sul sogno, su quello spazio di confine che attraverso la realtà lascia intravedere ciò che c’è oltre, e su questo si è focalizzato anche il percorso musicale.” D’altra parte, l’analogia tra architettura e musica è sottolineata dallo stesso Piano nel corso del film, quando afferma che l’architetto, prima di cominciare un progetto, deve recarsi in location per catturare i fondi di scena e le luci, proprio come un compositore cattura i suoni.
È sempre affascinante ascoltare il punto di vista e i consigli di chi è grande ed è tale a fronte di 50 anni di attività, di progetti che hanno trovato concretezza in ogni angolo del pianeta. Gli edifici sono solo la punta visibile di un iceberg, l’esito di un processo che film come questo cercano di indagare e mettere a nudo. Un’operazione importante perché conoscere il passato è fondamentale per guardare al futuro, perché l’esempio dei maestri ispiri i giovani, perché il patrimonio di una grandezza italiana che c’è stata e ancora c’è non venga dimenticato.
Il documentario fa parte di un progetto più ampio sostenuto dal Molteni Museum. Già presentato alla Royal Academy of Arts di Londra, all’Architecture&Design Film Festival di New York e al MAXXI di Roma, il film ha aperto il Milano Design Film Festival e sarà visibile in nuovi festival internazionali.
- Titolo:
- The Power of the Archive
- Un film di:
- Francesca Molteni
- A cura di:
- Fulvio Irace
- Produzione:
- Muse
- In collaborazione con:
- Fondazione Renzo Piano and Renzo Piano Building Workshop
- Durata:
- 35 minutes
- Anno:
- 2018