Lo stesso spirito democratico che sembra oggi fondare il pensiero dei maker internazionali. D’altra parte come potrebbe non essere democratico un fenomeno come quello della Maker Faire di Roma che prevedeva di accogliere 45.000 visitatori e ne ha contati più del doppio? Tuttavia, sul versante estetico e sulla necessità di risolvere un progetto anche in senso formale le strade del maker e quella del designer sembrano decisamente dividersi. Dalla stretta angolazione di chi ama e si occupa di design, infatti, molte delle oltre 600 proposte presenti a Roma sono apparse giochi tecnologici di indubbio fascino, anche nelle aspettative future, ma intrisi di un grado di approssimazione formale spesso ancora dilettantesca.