Più grande del vero

La nuova installazione Experimental Growth di Arik Levy, di recente inaugurata alla Fondazione Bisazza, è il primo lavoro del designer israeliano su scala architettonica più grande del vero.

Il designer israeliano Arik Levy ama i contrasti. Solo negli ultimi cinque minuti, in mezzo a un crocchio di persone in un bianco spazio di Montecchio Maggiore, in Veneto, razionale e palladiano, ne ha elencati parecchi: interno/esterno, hard/soft, esistente/inesistente, pieno/vuoto, cervello/cuore. L'occasione è l'inaugurazione della sua opera più recente: l'installazione Experimental Growth, commissionata dalla Fondazione Bisazza di Vicenza per la propria collezione permanente, in cui quattro diversi elementi si articolano armoniosamente, ciascuno su scala finemente diversa. Ma non sono tutti visibili subito: all'ingresso nella sala ariosa e piena di luce predomina la presenza di un nero, brillante monolite.

Intitolato Rock Chamber, questo poliedro sfaccettato profondo 8 metri, largo 5 e alto 2 sembra un meteorite appena caduto dallo spazio, con i toni scuri e gli angoli vivi in crudo contrasto con l'ambiente circostante. Levy lo considera la naturale continuazione delle sculture di Rock, la serie cui ha lavorato per anni, sperimentando varie forme sfaccettate e materiali diversi. Questa volta, però, la scala è stata espansa nelle proporzioni e invece di una quieta, silenziosa presenza nell'angolo della stanza Rock Chamber invade lo spazio in modo violento, e tuttavia freddo e preciso. Ovvero, come dice Levy, "invece di essere noi a guardarlo, è lui che ci guarda".



La somiglianza tra il volume e un geode – rivestito com'è di scintillanti, minute tessere di mosaico nero Bisazza punteggiato di scaglie metalliche – è completa quando ci si trova di fronte al suo interno: un cratere cavo che Levy chiama la "caverna", rivestito interamente di tessuto Kvadrat verde acido e illuminato da una delle lampade Fractal dello stesso designer. I pochi fortunati cui sarà consentito entrarci scopriranno uno spazio acusticamente isolato, caldo e confortevole dove l'esterno è completamente tacitato. "Siamo i primitivi del futuro", afferma Arik Levy, sottolineando che, negli anni a venire, il nostro ambiente immediato sarà "coperto dalle sabbie del Sahara", e le civiltà future si chiederanno come eravamo e come vivevamo. "È la caverna del nostro futuro", osserva infine.
Arik Levy: <i>Experimental Growth</i>, alla Fondazione Bisazza (8 novembre – 21 dicembre 2012)
Arik Levy: Experimental Growth, alla Fondazione Bisazza (8 novembre – 21 dicembre 2012)
A parte la presenza dominante di Rock Chamber l'estremità della sala svela altre tre parti dell'installazione di Levy. Di lato, separata da una fila di colonne, una proiezione video mostra un volume "a fil di ferro" rotante, molto simile al monolite nero. Ma in questo caso il solido si muove e ruota, librandosi nello spazio e trasformandosi da solido a fil di ferro, da azzurro a verde, a rosa e in un milione d'altri colori. Intitolato Virtual Truth, il video è in realtà un'installazione interattiva che risponde alla presenza del visitatore cambiando la proiezione del solido in modo imprevedibile. Levy lo ha progettato così per contrapporre il processo razionale della progettazione alla potenza incontrollata del caos, rammentandoci involontariamente la nostra reale scala nell'universo.
Arik Levy: <i>Experimental Growth</i>, alla Fondazione Bisazza (8 novembre – 21 dicembre 2012)
Arik Levy: Experimental Growth, alla Fondazione Bisazza (8 novembre – 21 dicembre 2012)
Scienza e fantascienza convergono negli altri componenti dell'installazione. In due vetrine una serie di modellini che sembrano di zucchero caramellato, realizzati con una stampante tridimensionale, rappresentano le prime versioni del monolite, progettate tramite Virtual Truth e cristallizzate nel tempo, evocazione di reperti museali o di pietre lunari dimenticate. E improvvisamente, quasi inavvertitamente, l'ultimo elemento di Experimental Growth entra in gioco, spiazzando alcuni visitatori: l'intera parete su questo lato è stata oggetto d'intervento, ridisegnata ad angoli delicatamente inclinati, trasformata in una versione più raffinata, più bianca, più ampia delle geometrie che invadono l'intera sala.
A paragone delle altre installazioni permanenti della Fondazione Bisazza, Experimental Growth è un elemento alieno e rappresenta senza dubbio una rottura.
Arik Levy: <i>Experimental Growth</i>, alla Fondazione Bisazza (8 novembre – 21 dicembre 2012)
Arik Levy: Experimental Growth, alla Fondazione Bisazza (8 novembre – 21 dicembre 2012)
A paragone delle altre installazioni permanenti della Fondazione Bisazza, Experimental Growth è decisamente un elemento alieno, e rappresenta senza dubbio una rottura rispetto all'esasperata inclinazione al figurativo della maggior parte delle altre sale, fino a provocare stupore. I toni cupi del pezzo forte dell'installazione, Rock Chamber, non sono minacciosi, ma misteriosi sì, e riescono certamente a suscitare la curiosità del visitatore, indubbiamente ricompensato dalla scoperta dell'allettante nucleo del monolite.
Arik Levy: <i>Experimental Growth</i>, alla Fondazione Bisazza (8 novembre – 21 dicembre 2012)
Arik Levy: Experimental Growth, alla Fondazione Bisazza (8 novembre – 21 dicembre 2012)
A dispetto di Arik Levy, per il quale il design "è questione di persone, non di oggetti", questo frammento scientifico di un futuro possibile appare parecchio lontano dalla fisicità e dal calore del progetto degli oggetti che di solito consideriamo tipicamente "umani". Tuttavia le sue qualità metalliche e minerali richiamano a una concezione più filosofica della materia di cui siamo fatti – le viscere della terra, se vogliamo – e parlano del modo simbiotico in cui Levy affronta il progetto. Più tardi Levy mostra alcune fotografie di un suo recente viaggio alle cave di Carrara, patria del celebre marmo che ha ispirato generazioni di artisti, di architetti e di designer. "È proprio come Rock Chamber", osserva mostrandomi le immagini dell'esterno selvaggio della montagna e il contrasto con il nucleo interno ordinatamente, razionalmente e brutalmente scavato. "Questa", conclude, "questa è architettura." Vera Sacchetti (@verasacchetti)
Arik Levy: <i>Experimental Growth</i>, alla Fondazione Bisazza (8 novembre – 21 dicembre 2012)
Arik Levy: Experimental Growth, alla Fondazione Bisazza (8 novembre – 21 dicembre 2012)
Arik Levy: <i>Experimental Growth</i>, alla Fondazione Bisazza (8 novembre – 21 dicembre 2012)
Arik Levy: Experimental Growth, alla Fondazione Bisazza (8 novembre – 21 dicembre 2012)
Arik Levy: <i>Experimental Growth</i>, alla Fondazione Bisazza (8 novembre – 21 dicembre 2012)
Arik Levy: Experimental Growth, alla Fondazione Bisazza (8 novembre – 21 dicembre 2012)

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