Nel 2010, a un'anteprima del Salone del Mobile di Milano, la critica del design Alice Rawsthorn chiese: "Il mondo ha proprio bisogno di un'altra sedia?" All'epoca della domanda, Jonathan Olivares era già al lavoro su una duplice risposta: il libro A Taxonomy of Office Chairs, pubblicato da Phaidon nel 2011, e la sedia d'alluminio, in fusione ed estruso, presentata da Knoll al NeoCon di Chicago nel giugno 2012. Lo studio di Olivares—pluripremiato e con sei anni di vita—si chiama Jonathan Olivares Design Research per un buon motivo, dato che i due progetti si sono influenzati a vicenda e hanno avuto come risultato una sedia impilabile per esterni e per interni colorata e tecnicamente aggiornatissima, di cui il mondo può avere effettivamente bisogno. E che è anche esteticamente piacevole.
"Design significa andare in cerca di qualcosa che non si conosce. Se mi avessero chiesto di fare una sedia di tubo metallico o di fibra di vetro avrei rifiutato, perché non ci sarebbe stata innovazione nel modo di farla", dichiara Olivares, seduto su una sedia da ufficio imbottita di Eero Saarinen nello showroom newyorkese della Knoll, mentre altri esemplari di Saarinen, Platner e Bertoia occhieggiano dietro le porte vetrate. L'arredamento è interessante solo se è in rapporto con il mondo circostante. Troppe sedie vivono e muoiono come jpeg".
Olivares si è seduto sul 90 % delle 130 sedie di Taxonomy, datate dal 1840 a oggi. Questa esperienza diretta lo ha aiutato, nel suo lavoro sulla sedia, a liberarsi da ogni ansia di essere influenzato da quegli illustri antecedenti. "Nell'abitazione degli Eames c'è la fotografia di una vecchia sedia africana smontata. Me ne sono sempre chiesto la ragione", racconta. "Quando in un museo ne ho trovata una, mi sono reso conto che si trattava di una struttura molto complicata". Di recente, ha smontato una sedia Aluminum Group degli Eames (il suo studio è costellato di pezzi classici), e ha potuto ammirare quella stessa modalità diretta in cui il tessuto era fissato al telaio con delle viti. "L'artigianato può essere fatto a macchina o a mano, è solo questione di aggiornare la tecnica".
Dopo essersi laureato al Pratt Institute nel 2004, Olivares ha lavorato per Konstantin Grcic a Monaco, dove ha imparato la tecnica della pressofusione cimentandosi con la Chair _ONE di Grcic. "Non è la sedia più comoda del mondo", ammette Olivares. "L'idea era introdurre il comfort nell'equazione, e cercare di trovare un nuovo metodo di produzione".
Perché quella certa sedia è così invitante? Si trattava di costruire un personaggio. Prima di esprimere qualsiasi giudizio, chi vedeva la sedia in anteprima sorrideva