I due rispettivi ritratti, tutti e due in bianco e nero, il primo con la patina del tempo che fu e il secondo a sigla del grande fotografo John Rankin Waddell, inaugurano il percorso espositivo ideato da Samantha Gainsbury e Joseph Bennett, fatto di ricca boiserie esagonale e maxi-schermi che si alternano a immagini significative del nostro tempo – e non solo glamour.
Un piano ciascuno: il primo racconta di vestiti di crinoline e di tele, dove ancora il logo non era presente, e dei primi bauli ricoperti di cerata grigia impermeabile (Gris Trianon), cui seguirono diversi altri decori nei rivestimenti fino al brevetto delle tele con motivi particolari in grado di far distinguere i bauli LV dagli altri e in modo da proteggerli dalla crescente pratica della contraffazione. Nel 1877 fu adottata la tela a righe, disponibile in più colori, nel 1888 la più sofisticata tela Damier che prevedeva l'inclusione del nome "L. Vuitton Marque Déposée"; mentre nel 1896, seguendo le orme del padre, Georges Vuitton creò il monogramma "LV". La creatività della maison investe anche il design del tempo: c'è un baule che diventa un lettino – siamo alla fine dell'800 – e agli appassionati della materia basta questo per essere rapiti.
Ci pensa la guru della moda Pamela Golbin, curatore moda e tessuti contemporanei e del XX secolo del museo parigino, a portarci al secondo piano per essere travolti dall'universo contemporaneo di Jacobs, mettendo insieme Marilyn Monroe con le passerelle della scorsa stagione, imponenti moodboard cielo-terra di video, foto e peep show accattivanti da scoprire nelle appena accennate fessure delle sofisticate pareti rivestite di legno. Com'è noto, il pericolo delle mostre di moda sono i manichini fasciati dagli abiti. Invece, quelli in mostra a Parigi, sia per l'allestimento scelto, sia per il gioco di luci o la natura stessa della creatività con cui sono stati concepiti, non appaiono forme senza anima, ma raccolgono e trasmettono in modo efficace l'energia e le ispirazioni di chi li ha disegnati.
Louis Vuitton–Marc Jacobs: due geni e due epoche della moda a confronto non vuole essere una retrospettiva e neanche una mostra celebrativa del marchio. Il progetto del museo francese intende invitare a un'analisi dell'industria della moda durante due periodi decisivi delle sua storia: il primo iniziato con l'industrializzazione del XIX secolo, e il secondo che parla di presente e guarda alla globalizzazione che tutti noi stiamo vivendo. Anche in questo clima d'integrazione planetaria c'è chi riesce a distinguersi grazie alla solidità di una storia irripetibile e a un talento straordinario nel continuare a scriverla; straordinario quanto la mostra, dove è possibile scoprire le radici del futuro.
Il progetto del museo francese invita a un'analisi dell'industria della moda in due periodi decisivi: il primo iniziato con l'industrializzazione del XIX secolo, e il secondo che parla di presente e guarda alla globalizzazione che tutti noi stiamo vivendo.
Louis Vuitton-Marc Jacobs
Musée des Arts Décoratifs
107, rue de Rivoli, Parigi