L'aggettivo che per Dirk Vander Kooij meglio definisce il proprio modo di progettare è onesto, perché basato sulla sperimentazione di un materiale che denuncia la propria origine ed è plasmato da un robot che crea "in trasparenza". L'onestà non è certo il primo concetto che viene alla mente guardando il robot industriale che ha programmato per 'stampare' mobili e che, nel suo laboratorio di Eindhoven, estrude plastica riciclata per forgiare sedie e tavoli facendo percorrere al proprio braccio meccanico un movimento potenzialmente infinito. Ma è un concetto che ha sicuramente a che fare con il designer olandese e il suo percorso progettuale.
Appassionato costruttore sin da adolescente—a 13 anni ha disegnato una collezione di utensili e ha poi iniziato a realizzare piccoli mobili per i compagni di scuola e la famiglia—, ha frequentato il Wood and Furniture College prima di iscriversi alla Design Academy di Eindhoven, dove è passato dal lavoro sul legno alla plastica riciclata dello sgabello Elephant Skin, un progetto sviluppato proprio nel corso di studi all'Academy.