Tranquillità: Dew di Vitro
Dew (rugiada) è il titolo di uno degli oggetti più affascinanti esposti a Design Tide. Si tratta di un'elegante lampada ispirata ai senko hanabi, piccoli fuochi d'artificio che si dice siano in grado di ipnotizzare l'osservatore portandolo a meditare sulla vita effimera delle cose. Pochi grammi d'acqua, contenuti in una piccola vasca in ottone, sono spinti da una micro-pompa attraverso un tubo, all'interno del quale è posto un led. Le gocce, cadendo lentamente, agiscono da lente e tramutano la luce proiettata dal led in un cerchio di luce in movimento. Pochi istanti e tutto svanisce, infondendo nell'osservatore una sensazione estrema di tranquillità. Dew è la dimostrazione di come il design giapponese sia in grado di creare emozioni con pochi e semplici elementi. Ryoji Takahashi (1990, designer) e Akichika Tanaka (1981, ingegnere) hanno fondato lo studio Vitro (2011) e sperimentano sul tema "tra tranquillità e movimento".
Quante tazze e bicchieri usiamo realmente e quante invece prendono polvere nella credenza? Partendo da questa constatazione il giovane progettista Daisuke Kitagawa (1982) propone Rename (dalla collezione Tolerance), sette accessori di legno che risolvono brillantemente questo problema. Adattandosi a tutti i formati più comuni di boccale attraverso un anello in silicone, i tappi inventano nuovi usi: vaso da fiori, temperamatite, porta penne, zuccheriera, salvadanaio, brocca. Sail è invece una ingegnosa reinterpretazione della tradizionale gruccia per appendere i kimono, anche in questo caso ricca di nuove ed inedite funzioni che rendono nuova vita ad un disegno tradizionale ormai in disuso. Tolerance è un esperimento sul tema dell'impermanenza, il senso di provvisorietà che pregna costantemente la cultura giapponese. Tutto cambia, anche il significato delle cose, e questo rende il mondo più interessante.
Un vestito da sposa composto di cinquecento "ricci" colorati, fatti di corda da pianoforte e resina epossidica, è il progetto dell'architetto e designer francese Emmanuelle Moureaux (1971), conosciuta per la sua capacità di creare spazi attraverso il sapiente uso dei colori. Toge significa spina in giapponese ed è un sistema modulare per la creazione di pareti divisorie o sculture. Le spine rappresentano allo stesso tempo "una manifestazione di aggressività, che impedisce agli altri di avvicinarsi, ma anche un segno di debolezza", spiega la designer. La dualità è una delle caratteristiche peculiari della cultura giapponese, laddove gli opposti spesso convivono in maniera pacifica. Come i petali di un fiore, la vera natura di questi oggetti modulari si svela solo quando sono vicini. Elementi duri e spinosi si trasformano in un tessuto leggero e trasparente, le cui sfumature ricordano vagamente le foglie colorate che in questi giorni autunnali iniziano a ricoprire le strade di Tokyo.
Una trentina di studi hanno presentato i loro modelli: quasi tutti i lavori avevano in comune una sintesi costante fra tradizione e innovazione e l'altissima qualità del dettaglio.
Immaginate di essere in cucina e bere del sakè mentre preparate un invitante shabu shabu. Finito il drink, prendete il calice e calatelo nella zuppa: dopo pochi minuti avrete un piatto ancora più ricco e gustoso. Il progetto Kup—eatable cup trae ispirazione dalle culture autoctone di Papua Nuova Guinea e di Laos, dove gli atti quotidiani del "usare, mangiare e scartare" sono ancora intimamente legati. Il bicchiere, fabbricato con farina di riso (e quindi commestibile) è una soluzione intelligente per ridurre gli scarti e al contempo sensibilizzare il pubblico su queste tre azioni. SugiX (1982, designer) e Shunsue Kosaka (1982, marketing planner) sono i fondatori di Smile-park (2009), studio con diversi lavori interessanti già realizzati e vincitore del prestigioso Good Design Award 2011.
La società giapponese si fonda sulla ricerca costante dell'armonia tra gli individui. One for all è un piatto che funziona da tavolo (e viceversa) e che ha la capacità di creare relazioni tra le persone che vi si aggregano intorno. Yuri Naruse (1979) e Jun Inokuma (1977)—Narukuma—sono gli architetti che lo hanno realizzato in collaborazione con Mocca di Sumitomo Forestry. Il design è semplice ed efficace: un foglio di legno d'acero modellato attraverso una pressa sotto vuoto. Le pieghe che si vengono a creare rendono la superficie abbastanza porosa da poter accogliere e separare diversi tipi di cibo. Estremizzando il parametro dimensionale, Naruse+Inokuma realizza un oggetto elegante che reinterpreta in modo ingegnoso il tradizionale "bento box" giapponese e si presta a parecchi usi e interpretazioni.
E se il vostro prossimo souvenir fosse un voluminoso pezzo di arredo? Souvenir è un esperimento intrigante sul tema del minimal packaging: undici complementi d'arredo smontabili e trasportabili in aereo nel bagaglio a mano. Dal tavolino Cathedral, ispirato alle forme gotiche, allo sgabello Corker realizzato in sughero e quindi leggerissimo; dagli scaffali Prop, che sembrano in equilibrio precario, all' appendiabiti Slash che ricorda il bamboo; la collezione Souvenir ridefinisce il rapporto tra arredo ed utente, rivisitando il tema della compattezza caro ad Ikea e scoprendo una nicchia di mercato ancora inesplorata. Design Soil è un programma educativo promosso dal professor Akinori Tagashira con gli studenti della Kobe Design University. La qualità dei prototipi dimostra che è possibile conciliare in modo ottimale la ricerca universitaria con le esigenze reali del mercato.