Brian Sironi

La parabola, lunga e intensa, di un designer italiano "young", ma già di successo.

"Cosa vuoi fare da grande?". "Il designer". Nel mondo del design italiano avere 34 anni significa essere ancora giovani — "young designer" dicono i critici — e, quindi, anche avere tutto il tempo per sperimentare e trovare la propria strada. Eppure, per Brian Sironi, classe 1977, il più giovane designer premiato alla XXII edizione del Compasso d'Oro, non è più così.

La laurea al Politecnico di Milano, la formazione artigianale in Brianza (dove è nato), le collaborazioni con studi di architettura e designer di fama internazionale, l'esperienza in America e il ritorno in Italia dove, nel 2008, ha aperto il proprio studio. Una gavetta lunga e intensa che gli è valsa premi e riconoscimenti importanti: dall'IF Gold Award, il premio tedesco riservato ai 50 migliori progetti a livello mondiale, al Good Design Award, il premio americano di design più importante, dal German Design Preis promosso dal Ministero Economico Tedesco all'internazionale Red Dot Design Award fino al Compasso d'Oro. Brian Sironi è un "young designer" già di successo. Un nome da tenere d'occhio. Sicuro, deciso, determinato, ma anche timido e riservato. Non ama i riflettori e non perde di vista i grandi maestri del design italiano: "I miei modelli, quelli che influenzano maggiormente il mio lavoro, sono Vico Magistretti, i Fratelli Castiglioni e Bruno Munari. Tra i contemporanei, seguo molto i lavori di Yves Béhar, Paolo Ulian e Lorenzo Damiani".
Qui sopra: Playkeys è un porta-portachiavi, autoprodotto a partire da settembre. Foto di apertura: la lampada Elica realizzata per Martinelli Luce e vincitrice del Compasso d'Oro.
Qui sopra: Playkeys è un porta-portachiavi, autoprodotto a partire da settembre. Foto di apertura: la lampada Elica realizzata per Martinelli Luce e vincitrice del Compasso d'Oro.
Appena rientrato dalle vacanze e, neanche il tempo di disfare le valigie, è già al lavoro per il Macef, il Salone Internazionale della Casa (Milano, 8-11 settembre). E a Domus, svela qualche anticipazione: "Presenterò nello spazio Creazioni Designer il portaombrelli S,M,L prodotto dalla Diamantini&Domeniconi; sarà in veste definitiva, al Salone del Mobile era stato presentato il prototipo. Il portaombrelli ha una funzionalità aggiunta: un comodo cestello per riporre gli ombrellini pieghevoli che solitamente cadono in fondo al portombrelli o non sappiamo dove metterli. Vedrete anche alcuni prototipi di prodotti per la tavola, realizzati dall'azienda Officinanove, tra cui dei vasi per fiori secchi in metallo verniciato ottenuto ragionando sul processo produttivo del tubo piegato. Il loro nome sarò appunto Tubaso". Instancabile e determinato: "Sfrutterò la vetrina del Macef per dare visibilità al porta-portachiavi Playkeys che ora ho deciso di autoeditare proprio a partire dal mese di settembre".
Il miscelatore Virgo disegnato per l'azienda Idrosanitaria Bonomi si Virgo si ispira alla forma che noi abbiamo dato all’acqua per essere portata nelle nostre case: il tubo.
Il miscelatore Virgo disegnato per l'azienda Idrosanitaria Bonomi si Virgo si ispira alla forma che noi abbiamo dato all’acqua per essere portata nelle nostre case: il tubo.
Dal Macef al Cersaie, il Salone internazionale della ceramica per l'edilizia e l'arredo bagno (Bologna, 20-24 settembre): "Presenterò, insieme all'azienda Bonomi, il miscelatore Virgo, l'ultimo dei miei progetti in ordine cronologico a entrare in produzione". Un progetto al quale Sironi crede molto: "Si tratta di un miscelatore femmina, l'acqua infatti fuoriesce dal corpo stesso del rubinetto che è privo quindi dell'elemento aggettante che caratterizza invece tutti gli altri miscelatori. Virgo è un oggetto puro, essenziale e semplice, dove semplice non significa facile ma sintesi e riduzione. Virgo s'ispira alla forma che noi abbiamo dato all'acqua per essere portata nelle nostre case: il tubo. Infatti, si tratta concettualmente di un tubo piegato, il terminale ideale dei tubi con i quali l'acqua arriva nelle abitazioni, ne mantiene la forma senza aggiungere nulla".
Nella maniglia Multi, prodotta da Andreol & Frascio, si sovrappongono più strati di Corian® torniti e rinforzati con un'anima interna in ferro.
Nella maniglia Multi, prodotta da Andreol & Frascio, si sovrappongono più strati di Corian® torniti e rinforzati con un'anima interna in ferro.
La creatività di Sironi è poliedrica: dall'arredo per la casa alla rubinetteria, fino alle maniglie per le porte. Realizzate insieme all'azienda Frascio, le vedremo al prossimo Made Expo, la Fiera internazionale dell'Edilizia e dell'Architettura (Milano, 5-8 ottobre): "Presenterò delle nuove maniglie e un innovativo kit per porte scorrevoli. È un progetto che ha richiesto molti anni di sviluppo da parte dell'azienda e che porterà un'innovazione radicale nel mondo delle maniglie per porte scorrevoli. È un progetto di che mi ha coinvolto molto anche emotivamente, il brief che l'azienda mi aveva dato era molto ambizioso e, dopo un iniziale momento di sconforto, ora posso dire di essere davvero molto soddisfatto del lavoro svolto". Come lavora a un progetto? Come si approccia a un'idea? Tre sono i principi che guidano il suo lavoro: "Focalizzo la mia attenzione su questi aspetti: aggiungere una nuova funzionalità ad una tipologia di oggetti esistenti, entrare in empatia con il fruitore ed infine lavorare sul processo produttivo". La ricerca delle forme e l'empatia con l'utente finale sono per lui un must: "Partendo dal presupposto che ormai qualsiasi cosa è stata progettata e che forse non necessitiamo più di nulla, mi sforzo di dare un senso ai miei progetti. Avere senso per me significa apportare un'innovazione se non radicale quanto meno incrementale". Qualche esempio: "Nel caso di S,M,L ho aggiunto una funzionalità come il cestello per gli ombrellini pieghevoli. Entrare in empatia con l'utente mi ha aiutato a individuare questa "lacuna" nei portombrelli così come mi ha permesso di ideare il portachiavi Playkeys. Capire e conoscere il processo produttivo della piegatura a controllo numerico di un tubo mi ha aiutato a realizzare Tubaso: il suo processo costruttivo è evidente e sfruttato nella sua semplicità più pura".
Gli sgabelli Wire per Officinanove sono stati pensati come un tubolare continuo che percorresse tutto l’oggetto e non come un insieme di pezzi discontinui e saldati tra loro.
Gli sgabelli Wire per Officinanove sono stati pensati come un tubolare continuo che percorresse tutto l’oggetto e non come un insieme di pezzi discontinui e saldati tra loro.
La ricerca e la studio della forma sono stati anche i principi guida di Elica, la lampada realizzata per Martinelli Luce e vincitrice del Compasso d'Oro: "Volevo progettare una lampada da tavolo a LED. Il LED doveva essere l'unica fonte d'illuminazione con la quale potesse essere realizzata. Non volevo realizzare una lampada molto "tecnica" o un prodotto di styling, desideravo invece che potesse durare nel tempo. Pertanto mi sono ispirato alle forme pure delle grandi lampade del passato, come Atollo, Eclisse, Cobra. L'obiettivo era creare una lampada senza tempo, capace di trasformarsi in un'icona. Lo spessore del braccio è stato dimensionato in funzione dei LED: 8mm è lo spessore minimo che garantisce l'alloggiamento dei LED e la resistenza alla flessione. Dato lo spessore minimo del braccio bisognava definirne la forma, conferendo una rotondità finale al braccio che è figlia della rotazione. Come raccordare quindi un cerchio a un altro cerchio più grande in modo da rendere la base stabile? Con un segmento dritto. Si ottiene quindi un cono. L'altezza della lampada e lunghezza del braccio sono dimensionati secondo i principi della sezione aurea e non è presente nessun dettaglio tecnico a vista: il braccio stesso della lampada costituisce l'interruttore. Ruotando il braccio la lampada si accende e si spegne, generando un effetto sorpresa".
Tubaso è una collezione di vasi per fiori secchi in metallo verniciato ottenuto ragionando sul processo produttivo del tubo piegato e prodotto da Officinanove.
Tubaso è una collezione di vasi per fiori secchi in metallo verniciato ottenuto ragionando sul processo produttivo del tubo piegato e prodotto da Officinanove.
Le ultime creazioni non sono ancora state presentate, eppure Sironi sta già pensando ai prossimi progetti: "Sto lavorando sugli imbottiti, in particolare ad un divano che spero possa essere pronto per il prossimo Salone del Mobile". Nel frattempo, una nuova sfida: il design urbano. "Sto sviluppando dei prodotti per l'arredo urbano, nello specifico dei paletti di dissuasione di sosta. Sto lavorando molto sul processo produttivo, visto il costo sempre maggiore delle materie prime mi sto concentrando sul contenimento del materiale senza ovviamente stravolgerne la funzionalità e l'efficacia". Non crede che il futuro sia l'eco design, eppure è molto sensibile ai materiali e al costo delle materie prime. "Non vedo un direzione precisa piuttosto tante direzioni plausibili e che non hanno la pretesa di diventare la via maestra, se pensiamo per esempio al fenomeno dell'autoproduzioni che in questi anni si è sviluppato molto. Il mio auspicio però è che l'industrial design si liberi di tutte quegli oggetti realizzati solo per ottenete una pubblicazione su una rivista e che dia invece una risposta concreta ed insieme etica allo sovraffollamento di prodotti e allo sfruttamento delle risorse prime". Greta La Rocca
Brian Sironi
Brian Sironi
Greta La Rocca, giornalista specializzata nel web. Si occupa di architettura e design, con un'attenzione particolare per il Lighting. Tra gli altri, cura Archilight.it, il primo webzine dedicato alla Cultura della Luce

Brian Sironi è nato a Seregno nel 1977. Si è laureato in Disegno industriale al Politecnico di Milano. Al percorso accademico ha affiancato una formazione artigianale fortemente radicata sul territorio, frutto della collaborazione con i protagonisti della Brianza del Mobile (falegnami, fabbri, intagliatori, tappezzieri). Dopo aver lavorato con designer e studi di architettura di fama internazionale, si è trasferito negli Stati Uniti dove ha completato il proprio percorso di crescita respirando un'aria cosmopolita. Tornato in Italia, nel 2008 ha aperto il proprio studio. La sua attenzione si focalizza sul rapporto tra prodotto e utente, privilegiando la ricerca delle forme. Nel 2009 ha vinto il premio Design dello stupore al concorso Young & Design, nel 2010 ha ottenuto diversi altri riconoscimenti: iF Gold Award, Honorable Mention all'Annual Design Review della rivista americana I.D. magazine e la selezione nell'annuario ADI Design Index 2010 per partecipare alla XXII edizione del Premio Compasso d'Oro ADI, che ha vinto nell'estate 2011 con la lampada Elica, disegnata per Martinelli Luce.

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