Open Source Design 05: Un Esperanto per gli oggetti

Il progetto OpenStructures messo a punto da Thomas Lommée esplora la possibilità di un modello di costruzione modulare dove ciascuno disegna per gli altri sulla base di una griglia modulare.

Questo articolo è stato pubblicato su Domus 948, giugno 2011

Un nuovo vocabolario
Nel corso degli ultimi vent'anni abbiamo assistito alla nascita di un'economia di rete incentivata dall'interconnessione dei suoi partecipanti. Sia le aziende, sia i consumatori, sono favoriti dall'accesso potenziale a un'infrastruttura della comunicazione attrezzata alla condivisione e allo scambio. Questo cambiamento sta profondamente modificando il nostro modello creativo, produttivo e di consumo. Fonti e flussi informativi decentralizzati hanno alterato interessi, ambizioni e obiettivi del pubblico stimolando un atteggiamento critico e pro-attivo. Piuttosto che recepire acriticamente gli elaborati messaggi pubblicitari confezionati su misura dai professionisti del settore, i consumatori hanno la possibilità di informarsi, prendere ispirazione e apprendere gli uni dagli altri attraverso contenuti autoprodotti, utilizzando Twitter, Youtube e blog con cui comunicare capacità, conoscenze e idee. Il meccanismo del passaparola globale del web però, non ha dato solo il via a un dialogo tra consumatori, ma ha anche favorito la comunicazione tra consumatori e produttori. Questo dialogo emergente genera nuovi sorprendenti modelli di business che tendono a ridefinire le pratiche artistiche contemporanee.

In primo luogo consente al consumatore di partecipare ai processi di progetto a vari livelli. I blog facilitano l'analisi e la valutazione del prodotto e l'accesso alle istruzioni online stimola il consumatore a personalizzare, adattare, riparare o piratare i prodotti. Inoltre, i produttori ricevono oggi enormi quantità di feedback sui loro prodotti osservando milioni di piccoli movimenti online e di conseguenza sono in grado di rispondere alle osservazioni nelle successive versioni del prodotto. Alcuni di questi produttori coinvolgono addirittura attivamente l'utente nel processo creativo chiedendogli di progettare nuove applicazioni (come accade, per esempio, per l'App Store di Apple) o proporre nuovi usi dei loro prodotti (come nel modello di aspirapolvere Roomba [1]).
Sopra: Cucina modulare OS, progetto
di Thomas Lommée, Jo Van
Bostraeten, Michou-Nanon De
Bruijn, Christiane Hoegner,
Lucas Maassen, Unfold. In alto: bicicletta OS, design
di Jo Van Bostraeten.
A lato: macinacaffé OS,
design di Unfold+Jeroen
Maes.
Sopra: Cucina modulare OS, progetto di Thomas Lommée, Jo Van Bostraeten, Michou-Nanon De Bruijn, Christiane Hoegner, Lucas Maassen, Unfold. In alto: bicicletta OS, design di Jo Van Bostraeten. A lato: macinacaffé OS, design di Unfold+Jeroen Maes.
La conseguenza di questo scambio è che l'utente è ora in grado di sviluppare una relazione di tipo diverso, più attiva, col prodotto. Oggi, infatti, il consumatore pro-attivo non giudica più un oggetto in base a quello che è, ma ne immagina l'evoluzione. Gli oggetti stessi rivestono sempre più il ruolo di puzzle dinamici, versioni di prodotti in costante miglioramento piuttosto che connotarsi quali rigidi monoliti. Sia i produttori, sia i consumatori arricchiscono l'intero ecosistema del prodotto nutrendolo con nuovi plug-in, update e add-on software e hardware. Il passaggio da prodotto a processo consente di adattare il primo nel tempo in base alle necessità e ai gusti personali.
La griglia è lo strumento
di misurazione condiviso
tra i partecipanti. Le parti
disegnate in base alla griglia
risultano interscambiabili.
La griglia è lo strumento di misurazione condiviso tra i partecipanti. Le parti disegnate in base alla griglia risultano interscambiabili.
Da questo dialogo creativo emerge lentamente la necessità di un linguaggio progettuale comune, una specie di vocabolario condiviso della progettazione con regole proprie, caratteristiche e risultati specifici. Questo vocabolario manifesta la propria presenza attraverso regole condivise riguardo al dimensionamento, all'assemblaggio e al ciclo di vita dei materiali di ogni singolo oggetto. Questi accordi faciliteranno i processi di progettazione collaborativa e ottimizzeranno l'interazione degli utenti. Linee guida dimensionali, grazie alla standardizzazione, incrementeranno la compatibilità dei prodotti interagenti. Il progetto per il disassemblaggio, attraverso la chiarezza della costruzione e l'uso di tecniche di smontaggio finalizzate al riuso, faciliterà l'adattamento e la riparazione. E infine una maggiore chiarezza nella certificazione dei materiali migliorerà il processo di raccolta e riciclo. L'idea di introdurre una serie di standard aperti non è nuova. Ogni volta che si è profilata una necessità di condivisione, questi sono emersi come le risorse in grado di generare modelli di scambio flessibili e resilienti. Internet, per esempio, è interamente basata sul codice html, un linguaggio solitamente usato per i documenti ipertestuali, gratuito e comune, che consente a chiunque di creare e condividere pagine web. Wikipedia non è altro che un documento (template) standard comune che può essere completato, duplicato, condiviso ed editato in continuazione.
L’ecosistema OS si conforma al modello di Wikipedia, dove persone diverse contribuiscono a un disegno comune.
Sinistra: macinacaffé OS,
design di Unfold+Jeroen
Maes. A destra: nodo
costruttivo OS, design di
Brussels Cooperation.
Sinistra: macinacaffé OS, design di Unfold+Jeroen Maes. A destra: nodo costruttivo OS, design di Brussels Cooperation.
È possibile identificare chiaramente l'uso di standard aperti anche all'interno dell'ambiente in cui viviamo. La nostra struttura energetica è un buon esempio di sistema regolato da specifiche guide di progettazione (prese e attrezzature elettriche standard), e la stessa cosa si può dire dell'infrastruttura logistica, basata su una serie di accordi sul dimensionamento delle componenti individuali (dalle scatole di cartone ai container). In tutti questi esempi non siamo più in presenza di un'azienda che crea un sistema completo valido per tutti ma piuttosto di aziende diverse che contribuiscono a un più esteso sistema comune. Per riuscire in questo però devono operare tutte in contesti molto specifici e spesso nascosti. Malgrado i vantaggi offerti da standard e protocolli comuni, nei designer è diffuso un notevole scetticismo circa la possibilità di adottarli, probabilmente perché fin ad oggi un simile ammontare di risorse rivelava scarsa necessità di sistemi aperti e flessibili, inoltre la comunicazione di massa offriva poche opportunità di scambio.
Sinistra: Brussels Cooperation, Construction Knot 1 Connessione multifunzionale che mostra le diverse possibilità di assemblaggio di travi e pilastri con materiali e forme diverse. Destra: la griglia OS, che è il cuore del sistema OpenStructures. La base della griglia è un quadrato di 4 cm di lato. I lati di questi quadrati indicano le linee di taglio, le diagonali, i punti di assemblaggio e le circonferenze interne definiscono il diametro delle connessioni.
Sinistra: Brussels Cooperation, Construction Knot 1 Connessione multifunzionale che mostra le diverse possibilità di assemblaggio di travi e pilastri con materiali e forme diverse. Destra: la griglia OS, che è il cuore del sistema OpenStructures. La base della griglia è un quadrato di 4 cm di lato. I lati di questi quadrati indicano le linee di taglio, le diagonali, i punti di assemblaggio e le circonferenze interne definiscono il diametro delle connessioni.
Questi modelli aperti, inoltre, sollevano questioni sulla responsabilità, la redditività e l'espressione formale. Come accreditiamo i partecipanti, come generiamo denaro e, infine, come conciliamo apertura e protezione, libertà e restrizione? Dato che ogni standard per definizione impone una restrizione, limita le nostre scelte e ostacola la nostra libertà di progettare mettendo in discussione il nostro ruolo di designer indipendenti.
Il cuore del progetto
consiste nell’aver istituito
le premesse per una grande
conversazione in cui tutti
i pezzi sono messi nella
condizione di dialogare fra
loro. In alto, un esempio: il
mattone Brick di Matt Sindall.
Il cuore del progetto consiste nell’aver istituito le premesse per una grande conversazione in cui tutti i pezzi sono messi nella condizione di dialogare fra loro. In alto, un esempio: il mattone Brick di Matt Sindall.
Tuttavia, più continuiamo a condividere e scambiare, più la necessità di piattaforme comuni emergerà in ogni aspetto della nostra cultura. Questo non significa che un sistema sostituirà l'altro. A volte risulteranno più utili gli standard comuni, altre volte prevarrà il sistema classico. Continueranno a esistere sia sistemi aperti, sia chiusi, sarà necessario però osservare da vicino l'evoluzione di entrambi in relazione all'emergere di una società interconnessa come anche la crescente serie di ibridi (sistemi chiusi con componenti aperte). Progettare all'interno di standard comuni richiederà tuttavia una mentalità diversa da quella degli attuali protagonisti del processo di progettazione. Chi aderirà alle nuove opportunità che emergono dalle comuni restrizioni dovrà riconoscere di fare parte di un entità più complessa invece di essere a se stante. Dovrà rinunciare al mito di 'creare qualcosa di nuovo', qualcosa che 'non sia mai stato fatto prima' sostituendolo con la volontà di dissolversi in progetti più grandi che costruiscano un senso comune. Questa nuova mentalità metterà seriamente in discussione l'ideale romantico del designer creatore avvicinandolo a quello del designer collaboratore.
Una prospettiva del tutto diversa, dal momento che un designer della nostra generazione non desidera essere tanto un singolo pixel quanto piuttosto l'intera immagine. Thomas Lommée, Designer e docente

NOTE:
1. l Roomba è un robot aspirapolvere completamente automatico con interfaccia seriale incompatibile con standard Pc/Mac. Consente all'utente di monitorare i sensori Roomba e modificarne il comportamento. Programmatori ed esperti di robot hanno in molti casi contribuito al miglioramento del prodotto.

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