Il primo car sharing elettrico su Domus

Piccoli, elettrici, condivisi: nel 1971, Domus pubblicava il progetto delle Witkar, i veicoli con cui la città di Amsterdam avrebbe sperimentato una rivoluzione nella sua mobilità urbana. 

Tra il 1969 e il 1974, quando viene messo in funzione, prende forma un progetto sviluppato da Luud Schimmelpennink, che oltre ad essere imprenditore e inventore era anche consigliere comunale ad Amsterdam, per un sistema di circolazione individuale su mezzi “pubblici”, dove pubblici sta per condivisi. Sono le Witkar,  (carretti o) auto bianche, che tra 1974 e 1986, a partire dal primo impulso di supporto dato dalla prima ministra Irene Vorrink, consentiranno spostamenti veloci – ma non troppo – ed ecologici – "sostenibili" non era ancora la parola d'ordine – nel centro della capitale olandese.  Un esperimento che oltre 50 anni fa aveva il carattere di un’esplorazione sul futuro della mobilità, da sempre un tema fondamentale per Domus, come racconta il numero 1090 curato da Norman Foster nel maggio 2024. Il progetto Witkar veniva anticipato nell'ottobre del 1971, sul numero 503.

Domus 503, ottobre 1971

Per girare nel centro di Amsterdam

Amsterdam è la prima città al mondo in cui si fa l’esperimento di un mezzo di trasporto pubblico “individuale”, messo a disposizione dei cittadini da parte del Comune. È il “white car”, una mini-auto a due posti che il cittadino può liberamente prendere a una “stazione” e lasciare ad un’altra, guidandola egli stesso attraverso la città.

È un’auto elettrica, poco veloce (ognuno può guidarla, anche chi non ha la patente): la si mette in moto girando una chiavetta, dopo aver inserito nella apposita sede una moneta o una tessera, e premuto il tasto relativo alla “stazione” di arrivo prescelta (perché da tale “stazione” un computer comunichi se vi è posto o no, e indichi la più vicina stazione - stazione di parcheggio e di ricarica - non “completa”).

Foto Collectie SPAARNESTAD PHOTO/NA/Anefo/Fotograaf onbekend da Wikimedia Commons

È stata pensata, questa mini-auto comunale, per le zone del centro cittadino che le linee dei servizi pubblici delimitano ma non attraversano: l’intento è dare “ruote e ombrello” ai pedoni, ma con un mezzo che non crei rumore né inquinamento dell’aria né ingombro per il parcheggio, e che costi poco (il “white car” costa quattro volte meno di un taxi, sulla stessa distanza).

L’idea, prima ancora che il disegno, del “white car” è di Luud M. H. Schimmelpennink, provo, che già per un anno rappresentò i provos nel Consiglio Comunale di Amsterdam, e che già propose le “white bicycles”, le libere biciclette comunali, da prendere e lasciare in un qualsiasi punto della città. Il “white car” nasce dallo stesso proposito: uso e non proprietà, libertà, fiducia. Il prototipo del “white car” è stato pagato dal pubblico, e da amici di Schimmelpennink, e ora il Comune di Amsterdam si è mosso: ha costruito 3 “white cars”, e 2 “stazioni” (il programma prevede 100 mini-auto, che circolino fra 7 stazioni). Una persona come Schimmelpennink, ed un Comune come quello di Amsterdam sono forse quel che è più straordinario in tutta questa storia.

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