Dai BBPR a Domus: la casa ideale di Lodovico Belgiojoso

Dall’archivio Domus, riscopriamo una serie di case pensate dagli architetti per se stessi, su invito della rivista. Uno dei più importanti nomi del moderno italiano immagina una struttura sospesa su una montagna.

Concezione generale

Ho immaginato “la casa per la mia famiglia” in un luogo alpino perché il contorno dei monti mi piace come cornice ideale, ma passando dall’astrazione all’attuazione, non vedrei difficoltà per realizzarla altrove: anche sopra il terreno di una normale periferia cittadina.

Genitori, quattro figli e servizi debbono trovare vita semplice ma organica: la libertà di ogni individuo nell’ambito armonico della famiglia. Non so concepire queste necessità senza dare alla casa ambienti ben definiti nelle diverse funzioni, spaziati fra di loro e compenetrati con la Natura, perché la vita si prolunghi oltre i locali chiusi, nelle zone aperte comprese fra le diverse parti. (I tradizionali elementi: porticato, patio, loggia, altana acquistano qui più agile forma). Soggiorno, letti e servizi sono contenuti in tre corpi principali sospesi e distanziati fra loro in modo da definire sopra, sotto e nel mezzo spazi aperti, nei quali si possa vivere protetti dalla pioggia, dal sole, dal vento.

Domus 176, agosto 1942

Gli ambienti destinati ai letti e ai servizi sono dimensionati secondo concetti di minimo, poiché la vita si svolge in essi secondo funzioni di pure necessità biologiche e meccaniche. Gli ambienti destinati al soggiorno sono compresi in dimensioni più capaci. Nel senso della sezione verticale susseguendosi dal basso in alto con le funzioni corrispondenti a quelle dei servizi, nel piano inferiore è il luogo per il pranzo che corrisponde in senso orizzontale alla cucina, nel piano superiore il soggiorno vero e proprio, che corrisponde ai letti e ai servizi igienici, in un soppalco dello stesso vano è collocato uno studiolo più intimo.

Sistema costruttivo

Partendo da terra con 6 pali a traliccio controventati e collegati fra loro da cavi di acciaio, i singoli “corpi di fabbrica” sono sostenuti da cavi secondari attaccati ai tratti delle funi portanti come in un ponte sospeso. Tali cavi si insinuano poi nelle pareti e costituiscono la nervatura che regge l’insieme; collegandosi al di sotto dei tubi metallici che formano l’orditura dei solai lavorano solidalmente con questi allo sforzo cui sono sottoposti.

Ne risulta così una struttura portante entro la quale sono collocati la struttura capiente costituita da pannelli (pieni, a finestra o a porta secondo l’occorrenza), i quali sono tenuti stretti nel senso orizzontale da tiranti collocati ad ogni corso. Opportuni elementi in legno e squadrette di metallo “connettono” i pannelli ai cavi verticali e ai tiranti orizzontali, così da facilitare il montaggio, garantire la tenuta all’aria e all’acqua pur lasciando fra un pannello e l’altro un certo agio indispensabile alle deformazioni elastiche della struttura.

Domus 176, agosto 1942

I solai partecipano dello stesso principio: sui tubi portanti sono fissate lastre di lamiera che lavorano a tensione, livellate con materiale coibente sopra il quale è adagiato e fissato il pavimento a tappeto di cocco. Al di sotto, come plafone, sono lastre di masonite o di compensato. La copertura di tutto l’assieme è composta dai cavi principali che fungono da “grossa orditura”; fra questi viene tesa, con rinforzi intermedi di cavi secondari, una rete metallica a larga maglia; su di essa sono fissate delle lastrine di materiale leggero e impermeabile a squama di pesce.

Questo viene a formare un unico “tendone” che protegge tutta la costruzione compresi gli spazi all’aria libera. Anche i mobili e gli infissi interni sono sostenuti dall’alto in modo che ogni elemento collabori armonicamente con l’assieme secondo lo stesso ordine di lavoro. È evidente in questo tipo di costruzione la necessità di unificare le misure degli elementi che la costituiscono. Determinato così come il più opportuno il “modulo” per l’interasse di m. 1,20. tutti gli elementi capienti, sia verticali che orizzontali sono dimensionati in conseguenza, e le misure degli ambienti sia in pianta che in altezza risultano dai multipli.

Domus 176, agosto 1942

Tale procedimento facilita la prefabbricazione di ciascun elemento. I tipi essendo ridotti al minor numero possibile, ne consegue un concetto di costruzione in serie di parti standardizzate anche in un edificio di carattere del tutto particolare come questo presentato. L’elemento cavo metallico di sostegno è di per se stesso il più prefabbricato che si possa concepire; anche gli altri tendono a questo assoluto, ma desidero avvertire che col progetto qui esposto ho espresso più idee che soluzioni sperimentate: i particolari tecnici hanno quindi valore di proposta.

Questa “casa per la mia famiglia” mentre rappresenta dal punto di vista spirituale una definizione abbastanza prossima al mio attuale ideale di vita, vuol tuttavia esprimere problemi assai più generali dell’architettura vivente; vorrei aver contribuito alla generalità dei casi, specie nell’ambito della casa prefabbricata (minimo o no), dove oggi debbono dirigere le forze i più coscienti.

Domus 176, agosto 1942

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