Verrebbe il desiderio, prima di entrare ad osservare la casa van Dantzig a Santpoort – la più recente casa di Rietveld, che qui pubblichiamo – di passare un momento a visitare la casa Schröder, la sua prima, come ci è capitato in realtà.
La casa che Rietveld costruì per la signora Schroeder a Utrecht, nel 1924 – capolavoro e simbolo di De Stijl, – è intatta e viva, e col passare degli anni sempre più piena di significato. Ne appare anche al profano la qualità poetica e, vorremmo dire, la solitudine. Perchè essa appare fatta tutta di anticipazioni che poi non si sono realizzate mai, nel mondo, in modo così completo ed unitario, così strettamente congegnato ed intenso come nell'originale, che pare contenga in nuce la storia stessa di Rietveld e molto della storia moderna dell'architettura. E questa, che è forse la più piccola, la più polemica, la più antica delle architetture moderne, ha oggi l'aspetto commovente della espressione artigiana delle idee astratte, se così si può dire. L'emozione che oggi si prova visitandola è non solo quella di essere dentro un'opera e dentro un pensiero, ma anche l'emozione della presenza degli originali, delle forme 'prime' inventate e fabbricate da Rietveld, consunte ora come arnesi utili ma intatte nella funzione e nell'idea.
La ventura di sedere per un'ora, tra le geometriche pareti della casa Schröder, in compagnia di Rietveld e della signora Schröder, i due protagonisti, sulle usate sedie zig-zag (1934) sotto le lampade a incrocio (1920) precorritrici dei prototipi Bauhaus, fra le grandi quinte di divisione scorrevoli e pieghevoli, forse le prime al mondo, è uno dei privilegi che possono toccare a chi vive e viaggia in quest'epoca.
La casa è completamente nascosta, dagli alberi, alla vista dei vicini. Poiché il terreno è in pendio, si è potuto ricavare nel dislivello, senza scavi, il piano del garage (con stanza da gioco per i bambini, e stanza per l'ospite), mentre il grande soggiorno, e le camere da letto dei genitori e dei bambini, sono al piano superiore.
La casa ha due aspetti diversi sui due fronti – tutto chiuso il fronte nord, e tutto vetrato il fronte sud. Sul lato nord le pareti chiuse hanno permesso un gioco di volumi più interessante, e più vicino alla sensibilità di Rietveld: ricorda un poco il bellissimo fronte della piccola villa di Inpeldam del '59 (vedi foto qui riprodotta). Sono da osservare inoltre i mattoni smaltati, che denunciano il nuovo amore di Rietveld per i colori tenui e materici (abbandonati gli antichi suoi colori puri) come già nella casa a Inpeldam.
La casa Schröder, che è forse la più piccola, la più polemica, la più antica delle architetture moderne, ha oggi l'aspetto commovente della espressione artigiana delle idee astratte.