Nell’autunno 1954 l’uragano Hazel attraversò il sud dell’Ontario e si fermò sopra Toronto, dove scaricò la maggior parte della sua umidità causando la peggiore inondazione mai registrata nella città. Dopo il tragico evento, esperti hanno iniziato a cercare modi per evitare che un disastro di quella portata si ripetesse, coscienti però della difficile geografia della città – si trova sulla sponda settentrionale del lago Ontario ed è circondata da fiumi a est e a ovest. Negli anni Settanta, successivamente, i funzionari responsabili del bacino idrografico di Toronto iniziarono a discutere con gli ambientalisti la possibilità di combinare la protezione dalle inondazioni con la rinaturalizzazione del fiume Don, mentre nel 2001 – con la candidatura di Toronto alle Olimpiadi del 2008 – fu prevista una importante riqualificazione del lungofiume, mai però attuata.
Toronto, uno dei più grandi piani di resilienza urbana del pianeta
La metropoli canadese sta riprogettando le sue rive con più di 20 interventi distinti, in uno dei più ambiziosi progetti di infrastruttura verde.
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- La redazione di Domus
- 04 agosto 2022
Quello che quindi era iniziato come una misura difensiva per proteggere la più grande città del Canada da inondazioni estreme si è evoluto in uno dei progetti di resilienza urbana più ambiziosi al momento in attivo del globo.
Con il progetto Port Lands Flood Protection Project 600 acri verranno rimodellati in parchi, un nuovo corso fluviale e nuovi edifici residenziali per circa 20.000 persone. In particolare il nuovo alveo del fiume serpeggerà fino a sfociare nel lago, con le sue curve interne che collegheranno il lago a zone umide per kayakisti e serviranno come punti di sbocco naturali. Le sue alte sponde saranno bordate da sentieri per escursioni a piedi e in bicicletta. Il nuovo bacino idrografico è stato progettato per essere in grado di gestire una grande tempesta con un flusso di 1.500 metri cubi al secondo, due terzi di quello delle cascate del Niagara.