La passione di Fka Twigs per l’arte contemporanea non è certo una novità. La cantautrice, musicista e ballerina britannica, al secolo Tahliah Debrett Barnett, trae da tempo ispirazione dall'arte visiva.
Il suo secondo album intitolato “Magdalene” (2019) per esempio, è stato dichiaratamente influenzato dal celebre dipinto di Artemisia Gentileschi con lo stesso nome.
Ma il primo incontro di Fka con l’arte risale a molti anni prima, quando diciannovenne intraprende una corrispondenza con Tracey Emin in seguito a un incontro fortuito. Lo scambio porta alla creazione di My Bed, il cui titolo fa riferimento all'opera con cui Emin fu nominata per il Turner Prize. Poi la frequentazione del Marina Abramović Institute e, nel 2021, il video musicale di Don’t Judge Me girato nella iconica Turbine Hall della Tate Modern.
Più recentemente, FKA Twigs ha incantato il pubblico con “The Eleven,” un'opera performativa durazionale presentata da Sotheby’s che esplora il rapporto tra movimento e la guarigione.
Ed è proprio la sua tendenza a aspirare a un “gesamtkunstwerk”, o opera d'arte totale, che l'ha resa l’artista poliedrica e affascinante che conosciamo. Ma cosa succede se questa volta FKA decide di vestire i panni dell'opera d'arte? L’oggetto d'interesse è il noto “Green Table Sculpture” di Allen Jones, pezzo forte del movimento pop britannico, noto per la capacità di provocare.
Il “Green Table” consiste in una figura di donna piegata sulle ginocchia e poggiata sulle mani che regge sul dorso un piano di vetro assolvendo alla funzione che avrebbero le gambe di un tavolo.
Inizialmente non ero interessato a cosa stesse facendo la figura. Volevo solo una presenza statuaria, come le cariatidi di Atene. Poi ho visto che potevano ancora essere interpretate come una specie di oggetto trovato, un manichino da vetrina, così ho deciso di far sembrare che la scultura avesse una funzione, da qui Table (1969) e Chair (1969).
Allen Jones
L’opera di Jones affronta da sempre temi di feticismo, sessualità, genere e psiche attraverso una lente decisamente surrealista. In particlare la serie composta da Chair, Table e Hatstand, nota anche con il nome di “Furniture” ha suscitato in passato dibattiti infuocati: le donne ritratte sono modellate sulle cere di Madame Tussauds, vestite con abiti fetish e trasformate in oggetti di design che oscillano tra pura utilità e la decorazione.
A mostrare Fka Twigs nei panni del tavolo è il suo nuovo video Perfect Stranger, diretto da Jordan Hemingway con i cameo di Phoebe Waller-Bridge e Yves Tumor.
Il singolo, parte di un album intriso di influenze rave, riflette sull'attrazione fugace per gli sconosciuti incontrati sulla pista da ballo, figure ideali che rappresentano un'ideale di libertà e leggerezza, di cui non si conoscono storia o complicazioni emotive.
E così, anche il video amplifica il tema della pista da ballo come spazio di liberazione sessuale, dove tutti possono assumere un’identità diversa, liberi dai ruoli e dalle aspettative quotidiane: inserendo il Green Table tra le varie pratiche Bdsm rappresentate, Fka Twigs e il regista Jordan Hemingway lo legittimano come una delle tante fantasie possibili.
La scelta estetica ed evocativa riscatta l’opera dall’immaginario misogino a cui è stata a lungo legata, invitandoci a esplorarla come strumento di un’accettazione libera del proprio piacere. Una dichiarazione audace e inclusiva.