Quando il vuoto e lo scarto divengono il punto di partenza per una visione artistica: è questo il terreno sensibile su cui nasce la poetica di Marion Baruch, che, con immensa grazia, sfida la logica dell’utile per dare dignità al trascurato.
Marion Baruch in mostra: dall’abbandono alla rigenerazione
L’artista è in mostra alla Galleria Viasaterna di Milano, con una esposizione di opere recenti frutto di un percorso sempre in ascesa.
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- Matilde Scaramellini
- 23 febbraio 2024
Artista versatile e avanguardista, Marion Baruch nasce nella Romania filostalinista, si rifugia in Israele a soli 20 anni dove, sotto la guida del rinomato pittore Mordecai Ardon, coltiva la sua libertà espressiva. Nel 1955, con una borsa di studio per l’Accademia di Belle Arti di Roma, inizia la sua carriera in quel triangolo artistico Roma-Milano-Parigi che abita dal 1993 al 2007, prima del trasferimento a Gallarate, un piccolo centro in Lombardia. Fu sulla collina morenica di questa cittadina che Marion immagina la sua dimora, insieme al marito Aldo Cuccirelli: quella villa tutta vetro e ferro, progettata da Carlo Moretti, che nei primi anni ’60 fece scandalo nella tradizionalista provincia lombarda.
Nella mostra che Galleria Viasaterna dedica a Marion Baruch ci sono opere recenti, a partire dal 2012, tutte realizzate utilizzando scarti tessili. Chiamarle composizioni visive sarebbe riduttivo. Rappresentano testimonianze di una pratica artistica che mira a decostruire e reinterpretare il concetto stesso di rifiuto.
In una società che segue e insegue la legge dell’efficienza performativa e della massima produttività, Baruch conferisce potenza evocativa ai brandelli di ciò che rimane.
Quei residui, di processi o attività, che non soddisfano più alla domanda di consumo, divengono sculture fragili eppure graffianti.
Il meccanismo di sottrazione diviene potente metafora della capacità umana di ridare vita a ciò che è stato respinto.
Oranjegekte, Follia Arancione è il titolo di una creazione recentissima (2023) manifesto della filosofia di Baruch: una storia di resilienza, rinascita e trasformazione. Il meccanismo di sottrazione con cui l’artista ha plasmato queste opere tessili diviene potente metafora della capacità umana di ridare vita a ciò che è stato respinto.
Tra le mura di Viasaterna, le opere s’intrecciano in una melodia, scandita dai titoli, ognuno figlio della più pura intuizione poetica dell’attimo. Testimonianza di una nuova fase della carriera di Marion Baruch, che nonostante la parziale perdita della vista, continua a trasferire nel gesto quella stessa furia creativa che dà forma alla più nobile tra le virtù dell’arte: la speranza.
Immagine di apertura: Marion Baruch. Foto Peter Colombo
- Marion Baruch Solo Show
- Galleria Viasaterna, Milano
- dal 31 gennaio al 22 marzo 2024
© Marion Baruch, courtesy Viasaterna and Galerie Urs Meile. Photo Credit Carola Merello
© Marion Baruch, courtesy Viasaterna and Galerie Urs Meile. Photo Credit Carola Merello
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© Marion Baruch, courtesy Viasaterna and Galerie Urs Meile. Photo Credit Carola Merello
© Marion Baruch, courtesy Viasaterna and Galerie Urs Meile. Photo Credit Carola Merello
© Marion Baruch, courtesy Viasaterna and Galerie Urs Meile. Photo Credit Peter Colombo