All’inizio, l’idea era di celebrare la lineup 8K dei televisori di Samsung, il massimo della tecnologia oggi in commercio, con un’opera d’arte a tema sportivo, appendendo 8.000 palloni da calcio. “Ho risposto che si poteva fare, ma sarebbe stato grande come un isolato”, ed è a quel punto che ha proposto di usare proprio i televisori, spiega Michael Murphy, nel presentarmi la nuova esperienza immersiva che ha realizzato con Samsung alla Saatchi Gallery di Londra. Attraverso una spirale alta quattro metri di display Samsung Neo QLED, i visitatori vengono teletrasportati al Biokovo Park in Croazia, durante la performance del duo britannico di musica elettronica Gorgon City, ripresi mentre eseguono il loro nuovo brano Skywalk.
“Tutto questo non sarebbe stato possibile senza la tecnologia di questi TV”, prosegue Murphy. I nuovi televisori Samsung Neo QLED QN900A, ultrasottili e quasi privi di cornice, sono stati l’ispirazione del progetto, il suo punto di partenza: “Ho pensato di farli volare attraverso lo spazio”, dice l’artista: nell’installazione diventano “cornici animate” disposte ad angolature diverse mentre si muovono con una rotazione di 31,4 gradi, riferimento al Pi greco e ai cerchi, che è a sua volta un riferimento a Cercle Music, partner del progetto.
“Puoi immaginare per qualcuno che proiettava immagini su pezzi di carta sospesi, cosa possa voler dire lavorare con questi televisori 8K”, commenta Murphy, che ha guadagnato fama mondiale con i suoi ritratti di Barack Obama una quindicina di anni fa. Ma quando provo a gettare un amo sull’argomento dell’attivismo, l’artista americano appare cauto. “Ci sono molti artisti che vogliono avere un impatto positivo sul mondo”, dice, “le intenzioni sono lì, il cuore è lì”. Ma spiega anche che “la maggior parte dell’attivismo è pagato: ‘agenti’ assunti da diversi partiti politici dicono agli artisti cosa fare”. E a proposito dei ritratti di Obama, ricorda quando “l’intera faccenda è stata dirottata dai democratici”.
Murphy è ampiamente riconosciuto come il pioniere della perceptual art - basta considerare che l’URL del suo sito personale è http://www.perceptualart.com. Quando gli chiedo di spiegare cosa la sia esattamente la perceptual art, Murphy parte con un racconto che inizia da lontano. “Quando ero bambino, passavo molto tempo nei boschi e vedevo immagini negli alberi, come nasi o occhi”, ricorda. “Un po’ come quando si vedono immagini sulle nuvole: oggetti tridimensionali che creano illusioni di immagini piatte”. Dice che era affascinato da tutto questo, ma non riusciva a capire veramente la meccanica di ciò che stava accadendo. Quando è cresciuto, ha iniziato a scattare fotografie per proiettarle su oggetti tridimensionali - immagini di insetti e farfalle da proiettare su un albero. “E se ci si camminava intorno, si poteva vedere un’illusione piatta della farfalla, ma anche la trama della foresta”.
Michael Murphy non ha mai smesso di sperimentare durante tutta la sua carriera, cercando di trovare nuovi approcci e nuove soluzioni, e appare sinceramente entusiasta di questa collaborazione con Samsung, che è stata l’occasione per un passo avanti rispetto a quello che fa di solito, spiega, per la possibilità di inserire un trucco, un movimento che avviene all’interno di un’immagine piatta, “un’illusione dentro un’illusione”.
“Le nuove tecnologie sono sempre molto stimolanti per me”, commenta l’artista, paragonandole a un martello. “Penso alla tecnologia come a uno strumento”. Dice che cerca di mettere le mani “su più strumenti possibili” ogni volta che esce una nuova tecnologia.
Parlando di esperimenti con il digitale, racconta a Domus dei suoi recenti lavori con l’AR e di quanti stimoli ne siano derivati. “Puoi fare un’installazione in pochi minuti, ed essere in grado di interagire e camminarci intorno”. Dice che questo è una vera ispirazione per lui perché “elimina molte delle restrizioni che esistevano prima per l’immaginazione”. Parlando di NFT, anche se c’è “tanta truffa intorno ”, lui vede il suo lavoro funzionare “in quello spazio”, poiché sta creando esperienze, “qualcosa di molto effimero”, e non oggetti reali - anche se durante la nostra chiacchierata fa anche riferimetno a opere d’arte in argilla su cui sta lavorando.
L’intero progetto Samsung è stato sviluppato nello spazio virtuale attraverso call ed e-mail. “Questo è completamente nuovo per me, non ho toccato nulla. E per la prima volta, ho partecipato a una mostra in cui c’erano delle mie opere via Zoom”. A causa delle restrizioni di viaggio di Covid, nemmeno io ho potuto essere a Londra. E ora sto avendo questa conversazione con Murphy, che è nella sua casa a Brooklyn, da Milano, dove vivo, attraverso una videochiamata.
Non è la prima volta che Michael Murphy collabora con un brand per fare arte. Quando gli chiedo come funziona per lui, risponde con un aneddoto. L’altro giorno insieme a sua moglie, racconta, stavano guidando per Williamsburg, Brooklyn, e più precisamente in Kent Street, quando hanno notato qualcosa “che sembrava un murale”. Ma non era arte. Era una pubblicità. “Perché c’è tutta questa tendenza in atto”, mi dice, “le grandi aziende assumono una società di pittura di insegne per dipingere quello che sembra un murale”. Che sembra arte, ma non lo è: è solo una pubblicità. “E questo ti fa sentire come se fossi stato ingannato”, dice, perché “pare un murale, ma in verità è una pubblicità per Lucifer su Fox (una celebre serie tv soprannaturale, di cui a settembre è uscita la sesta stagione, NdR)”.
Ciò che rende il progetto Samsung diverso, spiega l’artista, è che l’azienda ha permesso a lui e ad altri individui di collaborare e di creare opere d’arte, e non uno spot. “È qualcosa che faccio notare con tutti i miei clienti”, sottolinea: in questo modo, saranno associati a quella che lui definisce “un’opera d’arte follemente cool”, invece di assumerlo per una pubblicità. “Non vedrete mai il logo Samsung sull’installazione che abbiamo creato, e questo è bello. Per me, questo è ciò che rende Samsung incredibilmente cool”.