È possibile trasformare una scultura alta più di un metro in un una micro scultura non più grande di uno spermatozoo? L’artista americano Namsal Siedlecki, in collaborazione con la Dott.ssa Sara Nocentini (ricercatrice INRiM) – rappresentante del gruppo guidato dal Prof. Diederik S. Wiersma presso il Laboratorio Europeo di Spettroscopia Non Lineare (LENS) – ha realizzato una versione nanometrica della famosa scultura “Forme uniche della continuità nello spazio” (1913) dell’artista Umberto Boccioni, noto esponente del Futurismo. Ma non solo. Siedlecki ha “liberato” la micro scultura nello spazio, privandola della sua staticità e peso e iniziandola a quel movimento perpetuo a cui il titolo stesso dell’opera rimanda. È successo lo scorso 19 Ottobre presso Spazio Taverna, a Roma, durante un incontro serale dedicato al progetto. Spazio Taverna, aperto al pubblico lo scorso settembre, è un nuovo centro di sperimentazione artistica contemporanea, uno “spazio dell’imprevedibilità”, citando il direttore, Ludovico Pratesi. Il progetto di Siedlecki avvalora questa definizione.
Partendo da considerazioni scientifiche sulle misurazioni nanometriche del Coronavirus, l’artista ha applicato al concreto la sua ricerca grazie alla stretta collaborazione con il laboratorio LENS. La realizzazione del progetto ha richiesto l’utilizzo di una stampante tridimensionale in grado di scansionare un fascio laser che polimerizzasse una goccia di resina liquida, rendendola solida. La scultura, alta 140 micron e ricoperta da un sottile strato di oro (10 nm) è stata fotografata con un microscopio elettronico presso l’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica. “In un momento storico in cui la paura dell’invisibile condiziona le nostre esistenze, presentiamo una scultura che vive in un’assenza apparente, ma è presente in tutti noi e in nessuno”, dichiara il comunicato stampa. Svincolata dal suo peso originario e in balia dell’aria circostante, la scultura simbolo dedicata al movimento è finalmente libera di abbandonarsi completamente allo stesso.