È la prima indagine estetica a mettere in luce il contesto urbano in cui sono ambientati gli anime più conosciuti di sempre: Anime Architecture, edito dalla casa editrice internazionale d’arte Volume, si tratta di un’antologia illustrata che riprende in 265 pagine le architetture più significative apparse sullo sfondo di diversi film di animazione giapponesi. Già sold out, della prima edizione sono state vendute mille copie numerate dotate di una custodia serigrafata in acrilico.
L’opera riprende otto anime sci-fi che vanno dagli anni ’80 ai primi anni Duemila (ovvero prima che la produzione digitale sostituisse l’illustrazione disegnata interamente a mano): sono AKIRA (1988), Patlabor: The Movie (1989), Patlabor 2: The Movie (1993), Ghost in the Shell (1995), Metropolis (2001), Ghost in the Shell 2: Innocence (2004), Tekkon Kinkreet (2006) e Rebuild of Evangelion: 1.0 e 2.0 (2007, 2009).
“Negli anni, sono arrivato a capire che il mondo silenzioso che fa da sfondo ai personaggi del film è il luogo dove il regista deve comunicare la sua visione”, spiega Mamoru Oshii, celebre regista dei due film di Ghost in the Shell e Patlabor. “Il dramma è solo la superficie del film, mentre il background rappresenta lo sguardo del regista sulla realtà”. È questo l’intento di Anime Architecture, con 100 storyboard inediti commentati dall'autore Stefan Riekeles, che ha visto all’azione molti di questi illustratori all’interno dei propri studi di Tokyo. Mentre al centro degli anime ci sono i personaggi principali e le loro azioni, il libro vuole mettere per una volta in primo piano le architetture avanguardistiche e gli scenari distopici, gli ambienti sfarzosi e i quartieri decadenti delle città giapponesi.