Natura morta o natura viva? Una nuova mostra a Grand-Hornu

Presso il Centro per l’Innovazione e il Design di Grand-Hornu in Belgio, una mostra collettiva affronta le contraddizioni insite nel rapporto tra uomo e natura, invocando l’ecologia, la scienza, l’etica e quindi l’arte.

A partire dal 17°secolo, il termine natura morta venne utilizzato per designare quel campo della pittura che rappresentava la natura – fiori, frutta, pesci, cacciagione, o vari oggetti d’uso – attraverso significati simbolici e allegorici che rimandavano esplicitamente alla sua fragilità e caducità, e indirettamente anche alla vanità della vita umana.

Oggi, nella prospettiva oscura in cui viviamo, dove l’azione ingiustificata dell’uomo sta contribuendo all’impermanenza della natura – o addirittura al suo annientamento – il termine natura morta va ad assumere il suo significato più letterale.

I lavori in mostra al CID di Grand-Hornu chiedono, provocano e incoraggiano quei meccanismi che la natura utilizza per sostenere la sua trasformazione, aggregazione, decomposizione e quindi rigenerazione, dando vita a una raccolta di opere sperimentali – curata da Veerle Wenes – che mette in luce il rapporto ambiguo e contraddittorio tra uomo e natura.

Mostra:
"Nature morte/Nature vivante"
Curatore:
Veerle Wenes con Françoise Foulon e Ralph Collier
Luogo:
CID, Centro di Innovazione e Design di Grand-Hornu, Belgio
Date di apertura:
24 novembre 2019 – 8 marzo 2020

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