Questo articolo è stato pubblicato su Domus 1036, Giugno 2019.
Se l’inurbamento rappresenta oggi la chiave dello sviluppo sociale, è ancora possibile parlare di frontiera? I Paesi in crescita sembrano confermarlo. Ed è in Namibia che, 45 anni dopo il seminale lavoro di Robert Adams nell’ovest degli Stati Uniti, Leah Kennedy sposta i confini, fisici e concettuali, del New West. Qui, sorvolando la nuova area periferica di uno dei centri più popolosi, la fotografa australiana ambienta la sua versione di un mito, quello della terra di confine, che è antropologicamente e quindi iconograficamente impossibile arginare. Un confine non solo tra città e deserto, terre selvagge e presunta civilizzazione, avversità e persistenza, ma anche tra ciò che è rappresentabile e ciò che invece la nostra mente ricostruisce: l’estensione potenzialmente infinita, esaltata dalle fughe diagonali e dai limiti dell’immagine stessa, del nostro spirito di colonizzazione.