“Mio padre, che dal cuore non si è mai spostato, torna nella mia arte”: intervista a Michelangelo Pistoletto

Biella ospita “Padre e Figlio”, un percorso espositivo diffuso che crea un dialogo tra la produzione artistica di Michelangelo Pistoletto e quella del padre Ettore.

Michelangelo Pistoletto

“La figura dell’artista è risultato dell’intersecarsi di più insiemi, dove l’impegno sociale è costante, tanto quanto la responsabilità consapevole di produrre arte come grande forma di libertà. Mi definisco un attivatore, vorrei educare all’impegno: la formazione è estremamente vicina all’idea di creazione.” Si è definito così Michelangelo Pistoletto ai tavoli della trasformazione sociale del “Rebirth Forum”, al MACRO Asilo di Roma. Qui si applicano i concetti della Demopraxia e della Trinamica, che attivano nelle organizzazioni della società il conseguimento di un cambiamento in senso responsabile e sostenibile.

Questo forum è il risultato di una molteplicità di visioni e suggestioni contemporanee. Il fine è quello di creare, mettendo attorno a dei tavoli varie organizzazioni: com’è nata l’idea?
Immagini ogni organizzazione come fosse un piccolo parlamento. La democrazia dev’essere praticata, e non può coesistere con i dogmi monoteistici. E in questo caso, la direzione tracciata dal solco dell’arte, può dimostrarla, come fonte d’iniziazione primaria. Serve una pratica orizzontale di relazioni politiche e sociali, ovvero l’Ominiteismo, inteso come esercizio della responsabilità interindividuale. La stessa parola “democrazia” merita una considerazione nuova, per eliminare l’idea di potere, che porta ancora sulle spalle un vizio atavico di dominazione.

Lei parte spesso da un principio matematico, per poi arrivare a una prospettiva sociale. Con la divisione degli specchi si crea una moltiplicazione, come una cellula che si divide per poi ricomporsi in altre cellule. Quanto è importante il concetto di differenziazione, rispetto a quello di uniformità?
Con gli Oggetti in meno sposto il concetto del marchio personale dell’artista, per disintegrare, annientandolo, quello che è universalmente riconosciuto come "segno personale”. Il fulcro della libertà assoluta, anche come segno del liberismo economico politico, è questo. E’ attraverso la distruzione dell’identità stessa dell’artista che si recupera l’indipendenza persa: non sarà più una sola, ma diverse visioni che si attuano in contesti diversificati. Io sono una persona, unica in quanto tale, ma in ogni momento vivo una condizione particolare. Quindi non sono un’unità, ma una molteplicità specifica.

Cittadellarte
Porte-Uffizi, Cittadellarte-Fondazione Pistoletto. Foto Pierluigi Di Pietro

Nell’immediatezza, che pensa solo al suo compiersi qui e ora, non c’è il rischio di disorientare un fruitore abituato a un certo tipo di etichetta artistica?
Per orientare verso un nuovo percorso, bisogna non aver paura di disorientare chi ha l’abitudine a viaggiare sempre seguendo la vecchia strada. Il pensiero creativo è basato sulla diversità, non certo sull’uniformità. Fondamenta che sono diventate il cuore pulsante di Cittadellarte: un luogo dove s’incontrano ogni giorno artisti, scienziati, attivisti. Una vera e propria casa dell’arte, vista come strumento di trasformazione sociale responsabile. La diversità è la protagonista assoluta, nella vita e nella società. E proprio per questo, la moderna conquista di autonomia da parte dell’artista è fondamentale. Dunque, con il mio lavoro, ho voluto trasferire l’autonomia artistica dall’impegno soggettivo e personale, all’impegno collettivo.

Cittadellarte è dove si sviluppano quelle pratiche che traducono in realtà il simbolo del Terzo Paradiso, implicandolo in ogni ambito sociale e in ogni tipo di organizzazione. Lei spesso è partito da dei simboli, per farli poi connettere con la realtà.
Credo che tutto parta dalla ricerca dell’identità. La dualità c’è sempre, ma bisogna trovare una possibile convivenza, un papabile equilibrio. È un mettere insieme gli opposti, nello squilibrio assoluto di questa società. Dobbiamo creare e connettere, continuamente. Ogni elemento con la sua specificità trova risposta e risonanza con gli altri, è un’intersettorialità preziosa e costate.

Cittadellarte
Piano opere Michelangelo Pistoletto, Cittadellarte-Fondazione Pistoletto. Foto Eleonora Angius

L’equilibrio lo si apprende anche in famiglia: che ricordo conserva dei sui genitori?
Mio padre Ettore amava disegnare paesaggi e nature morte. Mi ha avvicinato alla pittura insegnandomi a dipingere, proprio come facevano un tempo le antiche accademie artistiche. Mia madre, invece, pur apprezzando il bello della tradizione, è sempre stata proiettata al futuro e alle sue innovazioni. E questo “guardare avanti” era parte integrante del mondo pubblicitario, con quelle infinite e rutilanti suggestioni. Così mi iscrisse alla scuola di Armando Testa. Le connessioni con il mondo dell’arte erano fortissime, e per me tanto magnetiche da avermi attratto nella loro direzione.

Proprio a suo padre Ettore è dedicata la mostra ospitata dalla città di Biella, dove grazie all’arte, siete “diventati coetanei”.
Esatto. “Padre e Figlio” è un grande progetto espositivo a cura di Alberto Fiz, che si articola in tre sedi prestigiose: Palazzo Gromo Losa, Casa Zegna – visto che la vicenda arti­stica di mio padre è profondamente connessa a quella di Ermenegildo – e Cittadellarte. Come fosse un dialogo ricco di analogie e suggestioni, lascia aperta una profonda riflessione sul mondo dell’arte e della fotografia. Lo specchio è nuovamente protagonista, e anche in questo caso indica l’impossibilità di progredire se non considerando ciò che sta dietro e dentro di noi: è un invito a riflettere sul passato e un modo per lasciare un’eredità ai padri, anziché affidare unicamente ai figli la responsabilità di comunicare il sapere e le passioni dei genitori. E così mio padre, che dal cuore non si è mai spostato, torna, almeno nella mia arte.

Immagine di apertura: Michelangelo Pistoletto, Cittadellarte-Fondazione Pistoletto. Foto Pierluigi Di Pietro

Mostra:
Padre e Figlio
Artisti:
Ettore Olivero e Michelangelo Pistoletto
Curatore :
Alberto Fiz
Sedi:
Palazzo Gromo Losa, Casa Zegna, Cittadellarte
Dove:
Biella
Quando:
17 aprile-13 ottobre 2019

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