Denise Scott Brown da Betts Project. La verifica della fotografia

Una serie di fotografie scattate dal 1955 al 1965 diventano tracce di continuità tra le viste geometriche di Canaletto e il modernismo al neon di Las Vegas.

Denise Scott Brown, Pico Boulevard, Santa Monica 1966. Courtesy Betts Project

La prima mostra personale, nel Regno Unito, dedicata a nutrire la sempre più inestimabile figura di Denise Scott Brown è aperta, a Londra, fino al 28 luglio. La mostra dal titolo “Wayward Eye” (Uno sguardo imprevedibile) introduce una serie di fotografie scattate tra la metà degli anni Cinquanta e la metà degli anni Sessanta, dalla leggendaria architetta-urbanista e teorica americana. Le fotografie sono esposte per i collezionisti, sono in vendita e il loro formato, è di 43 per 28 centimetri, mentre le edizioni limitate degli scatti si fermano a dieci, firmate e numerate della stessa Scott Brown.

“Wayward Eye” prova a ridefinire la fotografia di Scott Brown come un’idea, un momento, non solo come una presa diretta della realtà, ma come un metodo di insegnamento di fronte ai paesaggi della quotidianità. L’architetta e il suo notissimo marito Robert Venturi hanno messo a disposizione, da diversi anni, il loro archivio fotografico realizzato come base di prova di quello che sarebbe stato un vero successo Learning from Las Vegas. Più tardi infatti, rispetto alle foto esposte da Betts Project, nel 1968, mentre il resto degli studenti, nel mondo, scendeva in piazza in rivolta contro i sistemi politici, economici e militari, Scott Brown e Venturi portavano in gita la loro classe di studenti di Yale a Las Vegas. Nella culla del capitalismo, tra i casinò, i lotti infiniti dei parcheggi e le insegne scadenti accese dai neon, decisero di lavorare sull’indefinito applicando il rigore e la precisione accademici riservati ai siti culturali. Attraverso uno studio ravvicinato della città di Las Vegas emerge un’amplificazione dei fenomeni urbani contemporanei, volendo far emergere la realtà contraddittoria di una città moderna.

Denise Scott Brown, Architecture Minore on The Strip, 1966. Courtesy Betts Project
Denise Scott Brown, Architecture Minore on The Strip, 1966. Courtesy Betts Project

Le fotografie installate da Betts Project offrono un tuffo nelle trasformazioni rapidissime di una società che negli anni sessanta necessitava di uno sguardo ribelle, fuori dal coro, per essere guardata nella sua interezza, per strutture complesse, come solo un’architetta poteva fare. La particolarità della mostra è quella di innestare un dialogo tra i paesaggi americani e quelli veneziani colti da Scott Brown, la quale davanti a Pico Boulevard, Santa Monica 1966, ha affermato: “Stavo provando a conoscere quel che mi circondava a Santa Monica, dove vivevo, in Ocean Park. Decisi di prendere la mia macchina fotografica e, semplicemente, di camminare. Alla fine mi stavo avvicinando alla sezione principale di Santa Monica e Pico Boulevard si trova proprio su una sorta di confine. Si tratta di una lunga strada che si immette, in tutte le direzioni verso Los Angeles, una sorta di lunga striscia che arriva a Santa Monica. Questa fotografia racconta lo sguardo su un paesaggio quotidiano e la mia spasmodica attrazione. E quando poi avremmo lavorato a Learning from Las Vegas avremmo avuto moltissime idee su come mappare quel che si vede. Ma a questo punto del mio cammino credo che io stessi trattenendo tutti i dati possibili dal fotografare semplicemente quel che amavo.”

Betts Project è una galleria londinese, specializzata in architettura e fondata da Marie Coulon nel 2013. Il concetto che guida lo spazio è quello di introdurre ad un pubblico specializzato e anche ad un’audience più ampia nuove modalità di scoperta, di pensiero sull’architettura, attraverso l’esposizione e la promozione di materiali integrali per l’architettura. Tracce documentali come disegni, modelli e altre forme di rappresentazione, tra le quali la fotografia. Lo spazio fondato da Coulon intende supportare e promuovere il lavoro, i percorsi di architetti internazionali affermati ed emergenti, così come di valorizzare pratiche meno conosciute o approfondite, ma fondamentali per un discorso complesso sulla contemporaneità. La galleria è anche guidata dal desiderio di introdurre anche oggetti tridimensionali, vere e proprie opere d’arte, organizzando mostre che possano accompagnare anche un lungo programma fieristico.

Titolo:
Wayward Eye
Artista:
Denise Scott Brown
Galleria:
Betts Project
Curatrice:
Marie Coulon
Date di apertura:
11–28 luglio 2018
Indirizzo:
100 Central Street, Londra

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