Fondazione Sandretto Re Rebaudengo. Tre curatrici emergenti a contatto con l’arte Italiana

A seguito di una lunga residenza in Italia, Asriningtyas, Heidorn e Rittenbach selezionano i lavori di nove artisti italiani, dando vita ad un viaggio nel tempo.

Fino al 7 ottobre, a Torino, gli spazi della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo si trasformano in un terreno di prova risolto e congiunto per tre curatori emergenti. Tre ricercatori effettivi che vagliano e pongono in relazione i lavori di nove artisti italiani, all’interno di una mostra collettiva dal titolo “Coming Soon”. Mira Asriningtyas, Nora Heidorn e Kari Rittenbach sono stati selezionati per sviluppare e completare l’ultradecennale programma di Residenze per curatori internazionali che, nell’ambito delle attività programmatiche della Fondazione, ne valorizza le capacità professionali e intellettuali, promuovendo, in parallelo, l’arte contemporanea italiana. Un terreno analizzato secondo modalità e modelli d’osservazione strutturalmente, linguisticamente e tematicamente extraterritoriali. Ovvero.

Fig.1 “Coming Soon”, vista della mostra, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino, 2018
Fig.2 “Coming Soon”, vista della mostra, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino, 2018
Fig.3 “Coming Soon”, vista della mostra, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino, 2018
Fig.4 “Coming Soon”, vista della mostra, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino, 2018
Fig.5 “Coming Soon”, vista della mostra, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino, 2018
Fig.6 “Coming Soon”, vista della mostra, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino, 2018
Fig.7 “Coming Soon”, vista della mostra, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino, 2018
Fig.8 “Coming Soon”, vista della mostra, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino, 2018
Fig.9 “Coming Soon”, vista della mostra, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino, 2018
Fig.10 “Coming Soon”, vista della mostra, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino, 2018

La residenza italiana di Asriningtyas, Heidorn e Rittenbach è durata tre mesi e si è conclusa con un percorso espositivo complesso, che si è posto come risultato, come intermediazione e frutto di una ricerca sistemica, nutrita da incontri con artisti e galleristi; dallo studio di materiale bibliografico; da viaggi e visite a musei di Milano, Venezia, Roma, Bologna, Napoli, Palermo, oltre che a collezioni private. “Coming Soon”, dunque, si presenta come un dispositivo finale, un’estesa grande prova che de-codifica il linguaggio del tempo civile e ne decreta le differenti velocità, i ritmi ai quali viene percepito e i soggetti che lo abitano. La responsabile del progetto, Lucrezia Calabrò Visconti, durante questa dodicesima edizione di Residenza in Fondazione, ha spinto i tre curatori ad ampliare definizioni a prospettive dell’italianità, a proposito della scena dell’arte, e quindi del bacino identitario al quale si è attinto. Per questo motivo è stato scelto un numero maggiore di artisti italiani, rispetto agli scorsi anni, autori radicati in un contesto internazionale come: Alessandra Ferrini, di base a Londra, o Giulia Crispiani, tornata di recente in Italia dopo otto anni passati in Olanda. La connessione che ha unito visioni e scelte di Mira Asriningtyas, Nora Heidorn e Kari Rittenbach, ha sottolineato Calabrò Visconti: “è stata importantissima per la definizione di strategie operative condivise e l’apertura a strade meno battute all’interno dell’ecosistema dell’arte contemporanea italiana, come la problematizzazione del concetto di “artista emergente” che ci ha portate al coinvolgimento di artisti di generazioni molto diverse tra loro, a partire dai giovani Francesco Pozzato e Davide Stucchi per arrivare a Kinkaleri, attivi dagli anni Novanta a oggi, fino alla generazione di Marinella Pirelli e Lisetta Carmi.” Negli spazi della Fondazione, la personificazione agguerrita, in lotta, di un Ieri e di un Domani, anima l’opera in atto unico di Giulia Crispiani, dal titolo Yesterday Has Already Left (2017); mentre il collettivo Kinkaleri preconizza, attraverso un video a due canali, la caduta dell’Occidente; oppure nel momento in cui Beatrice Marchi pone in relazione il territorio del paesaggio con il proprio alter-ego (Loredana across the Landscapes, 2017), le fotografie in bianco e nero di Lisetta Carmi, ci ricordano “[…]che il giudizio che noi diamo degli altri è quasi sempre un giudizio che noi diamo di noi stessi; ciò che negli altri ci spaventa è in noi; e difendiamo noi stessi sempre offendendo quella parte di noi che rifiutiamo.”

  • Coming Soon
  • 7 giugno 2018 – 7 ottobre 2018
  • Mira Asriningtyas, Nora Heidorn, Kari Rittenbach
  • Fondazione Sandretto Re Rebaudengo
  • via Modane 16, Torino, Italia