Prendete uno spazio deserto, svuotato del suo glorioso contenuto di dipinti, oggetti e pezzi di arredo ornamentali, aggiungete un organo da camera del 18esimo secolo al centro della stanza e un musicista intento a suonare e intonare una delle ballate d’amore italiane più famose di tutti i tempi. È “The Sky in a Room”, la nuova opera site-specific firmata dall’acclamato performer e visual artist islandese Ragnar Kjartansson, in mostra presso il National Museum Cardiff fino all’11 marzo.

Noto per le sue performance live dal carattere ipnotico fatte di musica e ripetitività quasi ossessiva, Kjartansson è un artista multidisciplinare, impossibile da inscatolare in un’unica disciplina. La sua pratica artistica integra infatti installazioni, performance collettive e pittura, ma anche cinema, video e opere corali. Per la sua nuova opera l’artista si è lasciato ispirare da “Il Cielo In Una Stanza”, l’hit di Gino Paoli del 1959 che racconta di un paroliere il cui amore per una prostituta ha il potere di trasformare il soffitto lilla di un bordello genovese in una porzione di cielo.

Circondati dalle sfarzose pareti turchesi della stanza del National Museum Cardiff dedicata all’arte britannica del 1700-1800, i visitatori si lasciano trasportare dalle note de “Il Cielo In Una Stanza” suonata all’organo commissionato nel 1774 dal mecenate delle arti gallese Sir Watkins Williams Wynn. Rievocando il romanticismo disilluso di Gino Paoli e il suo tentativo di cogliere e cristallizzare un attimo di bellezza effimera, Kjartansson è in grado di avvolgere il museo in una dimensione spazio-temporale da sogno, surreale.