Sospesa fra il mare, il lago e la montagna, Cagnano Varano è uno dei tanti paesi in Italia che negli ultimi decenni ha subito un forte spopolamento (una crescita costante fino al 1991 quando raggiunse i 9158 abitanti per poi subire un declino importante e senza ritorno con i 7000 di oggi). La sua collocazione ha da sempre permesso ai suoi abitanti di sfruttare le risorse del territorio basate sulla mitilicoltura (il lago è ricco di cozze e vongole, ma anche anguille e capitoni) e la pastorizia. Questo equilibrio si è spezzato negli anni Cinquanta quando molti abitanti sono partiti per la Germania, il Belgio e la Svizzera in cerca di fortuna.
Cagnano Varano è una città in attesa
Il fotografo Alessandro Guida ha documentato gli effetti dello spopolamento di Cagnano Varano, una piccola città del Gargano, nel Sud Italia.
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- Alessandro Guida
- 14 novembre 2017
- Cagnano Varano
L’attaccamento alle proprie radici ha fatto si che questi emigrati ritornassero poi in patria e, con i soldi risparmiati durante i lunghi anni di lavoro all’estero, cercassero una forma di investimento economico sicuro nella propria terra d’origine. Inizia quindi intorno agli anni Settanta la costruzione dei nuovi quartieri di Cagnano Varano, palazzine di tre o quattro piani costruite non per la necessità di rispondere ad una effettiva domanda abitativa ma piuttosto porre le basi per un futuro solido, fatto di mattoni, per la propria famiglia. Molte delle nuove palazzine vennero quindi edificate dagli abitanti stessi (che avevano lavorato come muratori, imbianchini e carpentieri nei paesi che li avevo accolti) con l’idea di riunire finalmente l’intera famiglia (comprese le generazioni a venire) sotto lo stesso tetto, dai nonni ai nipoti. Distribuiti sui vari piani, si tratta di veri e propri condomini mono-familiari. Purtroppo il desiderio dei padri non sempre rispecchia la volontà dei figli e molti di loro, nati all’estero, vi sono rimasti e questi edifici risultano oggi perlopiù vuoti.
Una edificazione massiccia, la mancanza di pianificazione e i diversi condoni che negli anni si sono susseguiti, hanno avuto come risultato un edificato che oggi sembra più un cantiere a cielo aperto che una città. Molti edifici sono ancora oggi poco più che degli scheletri di cemento armato senza tamponamenti, alcuni sono abitati solo su alcuni piani, molti di quelli completati non hanno le finiture esterne, nei quartieri costruiti a cavallo del millennio mancano ancora le strade e gli edifici spuntano fuori direttamente dal terreno. Le case sembrano vivere in un stato di perenne attesa, aspettano che qualcuno arrivi e dia un senso a quei mattoni e a quei solai in ombra da cui oggi vedi il mare. Qualcuno che guardi al futuro in questo paese in agonia.