Aprendo i cassetti, le scatole, gli armadi dell’Archivio-Studio Pirri mi sono trovata a rivivere inaspettatamente l’esperienza della mia infanzia, di quel viaggio temporale, analogico e manuale, scaturito dall’atto di premere quei due magici tasti: RWD e FWD. Il materiale conservato dall’artista, traccia del suo modo di fare arte, testimonianza di un passato inscritto nella storia culturale italiana, dirige non solo il pensiero all’indietro ma permette di virare verso un tempo a venire: schiude un passato che suggerisce sempre un potenziale futuro.
I bozzetti, i quaderni, i modellini, le fotografie, parlano di un momento di creazione che è stato, eppure, rappresentano un ponte per una possibile azione che verrà, sottolineando la coerenza intellettuale e stilistica che caratterizza il lavoro poliedrico dell’artista nel campo delle arti visive ma anche del teatro, dell’architettura, della grafica: campi inscindibili e in costante dialogo nella poetica di Pirri. In fondo, come ci insegna Jacques Derrida in Mal d’archivio (1995), nonostante lo sguardo apparentemente rivolto all’indietro, nell’archivio campeggia sempre l’idea del futuro stesso: un desiderio di eternità che va al di là della morte.
Inteso come luogo della transitorietà delle cose, sottoposte tanto alla memoria quanto, potenzialmente, all’oblio, una delle caratteristiche principali dell’archivio è quella di essere inteso come spazio in cui conoscenza storica e forme di memoria sono accumulate, recuperate e conservate. Doverosamente creato dalle istituzioni pubbliche, ma prima di tutto dalla volontà di individui e gruppi, l’archivio si è distinto dalla collezione o dalla biblioteca, in quanto costituisce un deposito o un sistema ordinato di documenti e testimonianze, sia verbali sia visive, alla base della costruzione della storia stessa. Secondo Foucault, l’archivio governa il dichiarato e il taciuto, il registrato e l’omesso, e l’archeologo del sapere ha come obiettivo quello di apprendere il passato tramite i suoi residui materiali, di recuperare e ricostruire l’archivio per rivelare come esso sia funzionale a modellare la costruzione di un significato storico.
25 gennaio 2017
Alfredo Pirri. RWD – FWD
One Day Exhibition
Curatore: Ilaria Gianni
Studio Pirri @ Nomas Foundation
viale Somalia 33, Roma