Distribuite nelle altre sedi si vedono opere di artisti e non, tutte in qualche modo legate all’acqua, alle sue forme e ai suoi movimenti: onde, flussi e nodi, anse, ricorsi e dispersione, rivoli, fiotti e riflessi.
Attraverso queste forme è possibile evocare nozioni e fenomeni diversi: il pensiero di Christov-Bakargiev parte dagli anni in cui s’inventano i raggi X e il Telex e spazia dalle onde sonore a quelle elettro-magnetiche, a quelle del piacere, delle emozioni, dei ricordi, e dalla sinuosità dei vasi di Gallé ai corsi e ricorsi della storia. E, infatti, in mostra si vedono le riprese – raccolte dall’ArtikIsler Video Collective – delle manifestazioni di protesta svoltesi in Turchia prima che il dissenso sfociasse nel movimento di massa di Gezi Park; i disegni di onde tracciati nel 1870 da Santiago Ramón y Cajal, che, pur sognando di fare l’artista, nel 1906 riceve il Premio Nobel per aver scoperto i neuroni, e quelli di Annie Besant che all’inizio del Novecento pubblica un libro sul potere del pensiero che anticipa l’astrattismo di Klee e Kandinsky. E, a proposito del rapporto tra il visibile e l’invisibile, c’è anche un video in cui Elena Mazzi concentra un ampio progetto realizzato a Venezia, legato all’energia del vento e del sole e alla tradizione dell’incisione sugli specchi. Mentre ci riporta alla storia e alle sue discordanti versioni Wael Shawky che presenta il terzo episodio della sua trilogia Cabaret Crusades: The Secrets of Karbala in un hammam antico che prima era stato una moschea; e c’è Trotsky che affonda tra le proprie stesse parole nei video di William Kentridge.
Emerge per tenuta e per poesia The Silence of Ani di Francis Alÿs: tra le rovine di Ani, un tempo fiorente città armena, alcuni bambini suonano dei richiami per uccelli, come a riportarvi la vita che non c’è più.
“Saltwater. Una teoria delle forme pensiero” è una mostra stimolante e pregnante. E vale la pena di sfogliare il bel catalogo disegnato da LeftLoft.
Resta il fatto che oggi nel mondo, e nel Mediterraneo in particolare, sono in corso eventi gravissimi. Le notizie che arrivano da ogni dove non lasciano dubbi sulle proporzioni epocali dell’attuale fenomeno migratorio, con le ondate dei fuggiaschi spinti sulle coste europee da guerre, povertà estrema e squilibri ambientali. Ma non si tratta di una situazione imprevedibile: il fenomeno è in corso da decenni; solo per fare un esempio, nessun italiano può aver dimenticato l’impressionante immagine della nave stracarica di migliaia di persone albanesi che già nel 1991 aveva attraversato l’Adriatico per raggiungere le coste di Brindisi; quell’immagine inconfutabilmente sanciva la realtà di un esodo di massa destinato a crescere, con il suo carico di sfruttamento e di orrore.
fino al 1° novembre 2015
Saltwater – 14. Biennale di Istanbul