All’interno della mostra è stato allestito un laboratorio pluridisciplinare guidato da Paul Granjon per la produzione del robot-guida Guido, delimitato da una rete di protezione che porta alla cappella neogotica di Wim Delvoye (2006), le cui vetrate sono decorate da frammenti radiografici del corpo umano provenienti da Cloaca, il suo dispositivo che riproduce il sistema digestivo umano.
Al termine del percorso espositivo, l’uomo non misura più il mondo ma la sua capacità di plasmarlo, di situarsi nel punto più vicino al centro della terra e al ruolo di creatore nell’infinito processo di perfezionamento.
1 Roberto Barbanti, Dall’auto-referenzialità all’inter-referenzialità. La questione della complessità nell’esempio dell’arte genetica, in Roberto Barbanti, Luciano Boi e Mario Neve (dir.), Paesaggi della complessità. La trama delle cose e gli intrecci tra natura e cultura, Milano – Udine, Mimesis Edizioni, 2011