Una location per niente casuale, che raccoglie alcune delle più antiche mappe e meravigliosi globi celesti e terrestri del cosmografo veneziano Vincenzo Maria Coronelli. A contatto con tanta opulenza, l’installazione di Simon Denny è stata fra quelle più commentate di questa Biennale.
Per tutti coloro che sono arrivati a Venezia in aereo, l’aeroporto Marco Polo ha offerto un’ulteriore visione della complessa struttura di questo lavoro, mostrando nella sala degli arrivi una gigantesca riproduzione in scala uno a uno delle pareti e del soffitto della biblioteca Marciana invertendo la terra col cielo e ponendo l’operazione al centro di un duplice ruolo: estremamente strategico in termini mediatici e promozionali da un lato, e allo stesso tempo in grado di creare false aspettative sui segreti nascosti in questo magico luogo.
Il lavoro di Simon Denny esplora la potenzialità della rete e l’obsolescenza tecnologica, giocando con la retorica e il ruolo che la tecnologia assume nella ridefinizione della cultura globale e dei sistemi di controllo dell’informazione. In questo caso tuttavia, l’uso dello spazio per isolare aspetti di media culture e non per mapparli differenzia ulteriormente il suo lavoro da quello di molti altri artisti affascinati dalla stessa retorica.
Ciò che gran parte del post-internet ha prodotto in questi ultimi anni, è un’estetica facilmente riconoscibile, di sintesi e di riproposizione per sommi capi. L’attitudine di Denny innesca una sottile ma ineccepibile congiunzione fra un sentimento di complicità e allo stesso tempo di critica nei confronti della cultura digitale, che è l'aspetto rilevante di questo lavoro.
“Secret Power”, che da il titolo alla mostra, sottolinea un cambio di sguardo, più spiccatamente antropologico nell’analizzare la cultura visiva della National Security Agency (NSA). Un processo che rimette in scena l’immaginario estetico della NSA a partire dalle informazioni esposte nel power point rivelato dal giovane informatico statunitense Snowden e riferendosi all’alleanza “Five eyes” in cui la Nuova Zelanda ha giocato un ruolo centrale al fianco di USA, GB, Canada, Australia.
La sala centrale della biblioteca, trasformata in una gigantesca server-room, ospita due lunghe file di espositori in vetro che si fronteggiano. Il designer David Darchicourt, impiegato come direttore creativo alla NSA dal 2001 al 2012 interviene come supporto artistico a rendere più leggibile tutto il lavoro.
fino al 22 Novembre 2015
Simon Denny
Secret Power
Padiglione Nuova Zelanda
Biblioteca Nazionale Marciana
Piazzetta San Marco, 13/a
Aeroporto internazionale Marco Polo
Via Galileo Galilei, 30/1
Venezia