Ma – a parte la storia, la neuroscienza e la trasformazione urbanistica in senso borghese – una città possiede anche un Doppelgänger 'emotivo'. Che viva nella mente di un singolo osservatore oppure di molti, quest'idea poetica è più ardua da giustificare, molto meno articolata. La mostra Berlin Meets Los Angeles, aperta al Goethe Institut di Los Angeles fino al 5 febbraio, mira proprio a questo, con una serie di fotografie delle due metropoli citate nel titolo accostate in modi sorprendenti. Evitando le vedute familiari di entrambe le città, e andando invece a spiare nelle viuzze, dietro gli angoli e su nel cielo, la mostra crea un vago collegamento tra Berlino e Los Angeles. La suggestione, più che la logica, evita che il collegamento si definisca con precisione. Dopo tutto non si tratta di fotografie della Karl-Marx-Allee di Berlino – monumentale rudere della Repubblica Democratica Tedesca – a fianco del suo omologo moscovita. Sono foto che parlano in parallelo di una casa su ruote color azzurro acqua di Los Angeles e di un minibus senza ruote ricoperto di graffiti nel cortile posteriore del Tacheles di Berlino, centro d'arte 'improvvisato' che oggi è stato sradicato.
Stringate nei commenti soggettivi, Gamma e Wilmsen puntano l'obiettivo sull'inevitabile, progressiva esclusione della fantasia: a opera dell'abitudine, della vita, del ciclo dei giorni