Le splendide fotografie e i reperti di anarchitettura esposti e realizzati da Gordon Matta-Clark prima della sua morte (oramai più di 35 anni fa) rimangono integri e potenti così come tutto il suo pensiero decostruttivista. Didier Faustino, con il suo intervento in galleria, opera per riattivarne le pratiche manipolative.
È ancora una volta l'edificio a essere coinvolto e trattato come un oggetto poetico, visto che entrambi – l'anarchitetto e il mésarchitecte – lavorano all'interno di una grammatica plastica dirompente, persino nei residui documentativi. I materiali utilizzati sono semplici: la nuda tautologia del cantiere con i suoi tubi impalcatura, il plywood (compensato) e il gesto concreto che taglia il piccolissimo spazio in diagonale. Certo, rileggere con questa estrema naturalità gli interventi di decoupage iconoclasti e minimalisti di Matta-Clark in Office Baroque del 1977 o in Conical Intersect del 1975-1978 è per Didier Faustino un ritornare sui suoi passi.
Le radici del suo lavoro – e Faustino non ne ha mai fatto mistero – sono tutti nel segno dell'artista americano, nella fascinazione per l'opera di questo gigante.
Gordon Matta-Clark Interventions
Galerie Natalie Seroussi
34 rue de Seine, Parigi