La sua ricerca si muove fra la tensione e il disagio di un secolo – il nostro – che si è aperto con il crollo delle Twin Towers e continua a mostrare i propri segni di cedimento, a partire dalle sue fondamenta. Archeologie industriali, pezzi di città in declino e memorie seppellite sotto le macerie di un fallimento ideologico rappresentano la scena di un passato recente che contribuisce a modificare e trasformare quella attuale. Non è dunque solo una questione di tempo o di successione cronologica del tempo. Il passato ritorna nel presente attraverso le sue manifestazioni più incoerenti di demolizione, conservazione, preservazione e ricostruzione. Il lavoro di Gaillard ci permette di tracciare una mappa dell'attualità che ingloba una forma di "vandalismo espanso": dagli esperimenti più chiaramente anti istituzionali, a quelli di discutibile attrazione dettati dall'alto da politiche di riqualificazione e riassetto urbano.
Penso che il motivo per cui amiamo così tanto le rovine è che sono la testimonianza della nostra sopravvivenza; ce l'abbiamo fatta, capisci? Sono in declino, ma noi siamo sopravvissuti. Io sono qui ed è grandioso, e questo molti edifici moderni non ce lo dicono. Non ci dicono dove ci troviamo. (Cyprien Gaillard intervistato da Susanne Pfeffer)
Cyprien Gaillard: Rubble and revelation
Caserma XXIIV Maggio
via Vincenzo Monti 59, Milano