Una sessantina di opere, da collezioni pubbliche e private, italiane ed estere, documentano gli esordi artistici (1960-72) di Giulio Paolini, artista concettuale e uno dei maggiori protagonisti dell’avanguardia internazionale. A proporli è la personale, curata da Germano Celant insieme all’artista stesso, che inaugura stasera alla milanese Fondazione Prada.

“Le opere che costituiscono questa esposizione” – dice Paolini – “appartengono al periodo più antico, è il caso di dirlo, della mia ormai lunga attività, ma non per questo l’allestimento si limita a delineare un itinerario già trascorso: qualcosa sembra porsi fuori tempo (o fuori luogo) nella cifra che sottende questo percorso espositivo”.

Alla base del progetto espositivo troviamo infatti “Ipotesi per una mostra”, l’installazione concepita nel 1963 – e mai esposta per motivi pratici – che oggi Paolini realizza così come l’aveva immaginata quarant’anni fa. E, attorno ad essa, un’antologia di lavori che vanno dalle opere della prima personale romana (nel 1964) fino alla mostra alla Galleria Sonnabend di New York (nel 1972) che gli regala visibilità internazionale.

Da “Disegno geometrico” (1960) – dove compare solo il procedimento preliminare: la quadratura geometrica – ai barattoli di vernice, pennelli e telai di quadri protagonisti del suo lavoro tra il 1960 e il ’64: ogni opera offre un’ulteriore conferma dell’interesse dell’artista genovese. Concentrato sugli elementi primari del processo creativo e sui modi del proprio lavoro.

29.10.2003 – 18.12.2003
Giulio Paolini
Fondazione Prada
via Fogazzaro 36, Milano
E-mail: info@fondazioneprada.org
https://www.fondazioneprada.org