La prima retrospettiva dedicata a Vanessa Beecroft, artista italiana tra le più giovani (è nata nel 1969) e di maggiore successo internazionale, aperta martedì al Castello di Rivoli (fino al 25 gennaio) è stata preceduta da un’infelice gaffe verso i media, dovuta forse a una curiosa nèmesi storica.
Convocati alle 11.00 del mattino per un’anteprima della performance inaugurale della mostra, decine di giornalisti della stampa italiana e internazionale, e almeno tre o quattro troupe televisive, hanno atteso fino al primo pomeriggio l’inizio di VB52 (ovvero la 52esima di una finora fortunata serie).
Bella nella concezione - un lunghissimo tavolo di cristallo attorniato da sedute pure in cristallo, su cui sedevano in una curiosa sequenza cromatico/temporale donne di classi ed età via via sempre più definite, in un altrettanto lungo pranzo a base di portate di diversi colori - la performance è risultata però artificiosa ed “esclusiva” in senso letterale. Giornaliste e giornalisti erano infatti tenuti a debita distanza, relegati in un angolo dell’immenso salone al II piano del Castello, mentre l’artista indisturbata eseguiva personalmente il suo shooting fotografico, che le servirà per mettere la performance sul mercato dell’arte.
Dubbi deontologici a parte, è mancata comunque quella misteriosa componente di contatto visivo ravvicinato con le modelle, che agli inizi dell’artista, nei primi anni 90, rendeva affascinante e davvero partecipata la visione dal vivo delle sue performance.
Per il resto, ben installate nei sontuosi spazi del Castello, le opere quasi tutte fotografiche di Beecroft (mancano i quasi adolescenziali, ormai introvabili, disegni del corpo femminile) testimoniano il percorso molto coerente di un’artista che ha fatto delle tecniche della moda, della comunicazione e del copyright la propria poetica e la propria fortuna. (S.C.)
8.10.2003 – 25.1.2004
Vanessa Beecroft
Castello di Rivoli
piazza Mafalda di Savoia, Rivoli (Torino)
T +39-011-9565222
http://www.castellodirivoli.org